La misteriosa statuina di 7.000 anni ritrovata in una grotta in Sabina

Photo credit: Università La Sapienza
Photo credit: Università La Sapienza
di Mariagiovanna Capone
Giovedì 18 Maggio 2023, 14:45
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Quando gli archeologi in Italia esplorarono la spettacolare grotta di Battifratta nel 2021, non si aspettavano di portare alla luce una rara statuetta femminile di argilla e nemmeno erano pronti per la datazione del pezzo, che ha determinato che l'artefatto è stato creato circa 7.000 anni fa ossia nel Neolitico, in cui la penisola era abitata dalle prime comunità agricole. Siamo nella grotta di Battifratta, meraviglia geologica situata vicino a Poggio Nativo in Sabina.

Nelle profondità di un labirinto di camere e tunnel sotterranei, adornati da stalattiti e stalagmiti, una squadra di esploratori archeologici del Dipartimento di Scienze dell’antichità dell’Università La Sapienza ha scoperto l'antica statuina durante la loro ultima campagna di scavo. Una donna, una divinità, una bambola: chi raffigura il reperto rinvenuto? Questo eccezionale ritrovamento è avvenuto durante l’ultima campagna di scavo. Si tratta di una figurina in argilla risalente a circa 7000 anni fa, cioè a un periodo in cui oggetti di questo tipo sono molto rari in Italia e pressoché assenti nelle regioni del versante tirrenico.

Ritenuta unica in questa regione, la statuina consumata dal tempo sta sussurrando segreti sulla società preistorica e sta raccontando storie su antichi rituali e viaggi nell'aldilà.

La grotta di Battifratta si apre su un costone di travertino, lungo la valle di un piccolo affluente del fiume Farfa. L’attuale ingresso della grotta corrisponde allo sbocco di una antica sorgente, probabilmente a regime stagionale, che costituiva un punto di attrazione per le comunità umane del passato. Si è sempre sospettato che questo sito fosse usato per scopi ritualistici associati all'agricoltura e alla fertilità.

 

La statuina è attualmente oggetto di uno studio multidisciplinare, coordinato dal Dipartimento di Scienze dell’antichità della Sapienza, sugli aspetti tecnologici e stilistici per conoscere le modalità di realizzazione del manufatto e per capire se rispecchia modelli iconografici riconducibili a tradizioni culturali precise. 

I tratti del volto sono accennati in modo schematico, ma maggiore cura pare sia stata posta nella rappresentazione dell'acconciatura e delle decorazioni del corpo. Questo prezioso reperto aggiungerà molte nuove informazioni su quello che si sta rivelando essere un sito chiave nella preistoria del Lazio e dell’Italia centrale. 

«La presenza di ceramica industria litica, reperti faunistici e botanici su più livelli stratificati – spiega Cecilia Conati della Sapienza – rivela l’utilizzo della sorgente e della grotta non soltanto per l'approvvigionamento di acqua, ma anche per scopi sepolcrali e rituali, come testimoniano i resti scheletrici umani rinvenuti e la statuina in argilla».

Le ricerche alla Grotta di Battifratta sono condotte nell’ambito di un più ampio progetto di ricerca sul popolamento preistorico della valle del Farfa e territori limitrofi finanziato dal fondo Grandi Scavi Sapienza. Lo scavo si svolge su concessione del Ministero della Cultura, Soprintendenza ABAP Roma metropolitana e provincia di Rieti. 

L’impostazione fortemente interdisciplinare della ricerca vede la partecipazione, accanto agli archeologi, di specialisti di diversi ambiti scientifici (geologi, paleobotanici, archeozoologi, antropologi, fisici, chimici, ecc.) con l'obiettivo di ricostruire modi di vita, risorse e ambienti del passato.

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