Vittorio Sgarbi cura mostra al Palazzo dei Diamanti di Ferrara dal 18 febbraio giugno 2023

Tutti i giorni dalle 10 alle 20

Vittorio Sgarbi cura mostra al Palazzo dei Diamanti di Ferrara dal 18 febbraio, fino al 19 giugno 2023
Vittorio Sgarbi cura mostra al Palazzo dei Diamanti di Ferrara dal 18 febbraio, fino al 19 giugno 2023
di Erminia Pellecchia
Mercoledì 15 Febbraio 2023, 10:00
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Da una parte l'Adorazione dei Pastori davanti alla povera capanna col Gesù Bambino deposto in un cesto, dall'altra San Girolamo penitente, seminudo, lo sguardo perso nella visione del Cristo morto sorretto da due angeli dolenti e di San Francesco che, umilmente, riceve le stimmate. Queste sono le immagini racchiuse nei due scomparti del dittico commissionato da Eleonora d'Aragona al pittore di corte, Ercole de' Roberti, probabilmente per il suo studiolo: un monito per la duchessa napoletana, che si dice fosse profondamente religiosa, a coltivare l'umiltà più che il potere. Il piccolo dipinto, formato in due scomparti, originariamente rilegati in velluto viola, proviene dalla National Gallery di Londra ed è tra i cento capolavori che formano il corpus della grande mostra su Ercole de’ Roberti e Lorenzo Costa, curata da Vittorio Sgarbi e Michele Danieli all'interno del più ampio progetto sul Rinascimento a Ferrara, racchiuso tra il 1471 con l'investitura di Ercole d'Este e il 1598, quando la città passa allo Stato Pontificio.

Una stagione felice per le arti, inaugurata proprio da mecenati illuminati come il novello duca, formatosi alla colta corte degli aragonesi di Napoli, e dalla moglie Eleonora, figlia di re Ferrante, educazione umanistica e una chiara consapevolezza delle sue responsabilità, come ricorda la storica dell'arte Valentina Prisco nel libro che ha dedicato alla nobildonna modello culturale nell'Italia del Rinascimento. Organizzata da Fondazione Ferrara Arte, diretta da Pietro Di Natale, e Servizio Musei d’Arte del Comune di Ferrara, in collaborazione con Direzione Generale Musei e Direzione Generale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio del Ministero della Cultura (patrocinio Mic e Regione Emilia-Romagna) la mostra (opening il 18 febbraio, fino al 19 giugno, tutti i giorni dalle 10 alle 20) battezza la riapertura di Palazzo dei Diamanti che, dopo un complesso intervento di restauro, si presenta al pubblico come sofisticato e accogliente spazio espositivo.

Sarà un'occasione irripetibile per scoprire, con un colpo d'occhio privilegiato, le opere di de' Roberti e Costa, tra i protagonisti di quell'età d'oro, affiancati, nel percorso allestitivo, in una sorta di dialogo-confronto, da compagni di viaggio eccezionali come Mantegna, Cosmè Tura, Nicolò dell’Arca, Marco Zoppo, Antonio da Crevalcore, Guido Mazzoni, Boccaccio Boccaccino, Francesco Francia e Perugino. A rendere l'operazione più preziosa sono, poi, i prestiti di capolavori provenienti da musei e collezioni internazionali.

L'adorazione dei pastori

Un nucleo considerevole riguarda Ercole de' Roberti (1450-1496), pittore talentuoso e di straordinaria espressività emotiva, presente in mostra con oltre venti opere, dagli esordi alla compiuta maturità. Oltre al dittico di Eleonora, troviamo, infatti, sempre dalla National Gallery, la Raccolta della manna e l’Istituzione dell’Eucarestia, mentre da Washington giungono i luminosi Ritratti di Giovanni II e Ginevra Bentivoglio e dal Kimbell Art Museum di Forth Worth la tavola con Porzia e Bruto che sarà ricongiunta alla compagna con Lucrezia, Bruto e Collatino della Galleria Estense di Modena. Non meno ricca la selezione del suo “erede” Lorenzo Costa (1460-1536) che prende avvio dal periodo giovanile, durante il quale l'artista è impegnato in un fruttuoso confronto con Ercole, come dimostrano le Storie degli Argonauti, qui riunite per la prima volta. Questa fase, spiegano i curatori, che passa attraverso capolavori come la Natività del Musée des Beaux-Arts di Lione, trova un termine e una sintesi in una serrata successione di straordinarie pale d’altare degli anni Novanta del Quattrocento. Ad illustrare il Costa più classicheggiante e pacato c'è una serena Sacra Famiglia dal Museo di Toledo in Ohio, mentre a documentare il periodo mantovano, finora meno frequentato dagli studi, ci sono la Santa Veronica del Louvre, il Ritratto di cardinale del Minneapolis Institute of Art, fino all’ultima opera nota, la Madonna e santi della chiesa di Sant’Andrea a Mantova, datata 1525.

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Prologo ideale della mostra è a Palazzo Schifanoia, dove il giovane Ercole de’ Roberti esordì nel Salone dei Mesi realizzando Settembre. Con i suoi celebri affreschi realizzati dai maestri dell'Officina ferrarese, è tra i luoghi icona di una passeggiata alla scoperta della Ferrara rinascimentale, secondo Bruno Zevi la «prima città moderna europea». Dal fascino senza tempo, che ha folgorato (a sottolineare il legame Ferrara-NapoliVittorio De Sica che lo ha restituito intatto nel film cult Il giardino dei Finzi Contini, e, recentemente, Alessandro Siani, in sala dal 14 febbraio con Tramite amicizia. «Il valore culturale di Ferrara – ha confessato l'attore e regista - ha indiscutibilmente influito sulla scelta del set. É stato amore a prima vista». Una cartolina della città salotto, che sembra quasi fare da spot a questa mostra evento del 2023.

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