Benedetto Croce ritorna in Senato: il paesaggio bene comune

Benedetto Croce ritorna in Senato: il paesaggio bene comune
di Gigi Di Fiore
Venerdì 28 Ottobre 2022, 07:00 - Ultimo agg. 21:00
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Fu un precursore nel pensare di tutelare, con «speciale protezione», le «cose immobili che presentano un notevole interesse pubblico» per la loro «bellezza naturale o la particolare relazione con la storia civile e letteraria». Un secolo fa Benedetto Croce, ministro dell'Istruzione pubblica nel quinto e ultimo governo Giolitti, preparò la prima legge organica dell'Italia unita a difesa del patrimonio naturale e artistico. Sette articoli, che sancirono il valore dei beni ambientali e culturali da difendere. A un mese dal settantesimo anniversario della morte del filosofo che ha segnato la storia della cultura europea, la Fondazione che porta il suo nome ricorda quell'impegno del Croce ministro in un convegno a Roma, nella Sala Zuccari del Senato.

In prima fila, ci sono il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il presidente del Senato, Ignazio La Russa, il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, che oggi sarà a Napoli in visita alla Fondazione Croce nella sede di palazzo Filomarino e poi al museo Mann.

Particolare valore simbolico ha la giornata scelta da Sangiuliano per la sua prima uscita istituzionale da ministro: il 28 ottobre. Un secolo fa, la marcia su Roma delle camicie nere, preceduta dal raduno fascista a Napoli con discorso di Mussolini il 24 ottobre al teatro San Carlo. Tre anni dopo, superata ogni esitazione, Croce scrisse il manifesto degli intellettuali antifascisti contrapposto al manifesto degli intellettuali fascisti ideato da Giovanni Gentile. Spiega Gennaro Sangiuliano, sulla scelta del giorno delle sua visita alla Fondazione Croce: «Mi sono sempre autodefinito un ammiratore e un estimatore, nonché un piccolo studioso, del pensiero crociano. Il manifesto degli intellettuali antifascisti fu opera di Croce». 

Piero Craveri, professore emerito e presidente della Fondazione Croce, nonché nipote del filosofo, spiega: «Abbiamo voluto ripercorrere la genesi della legge approvata un secolo fa, riflettendo sulla sua eredità e sui problemi da affrontare nella tutela del paesaggio, con l'attuale emergenza energetica e la transizione ecologica». La legge voluta da Croce fu un'intuizione che mise insieme esperienze e sensibilità maturate negli anni, introducendo i vincoli ministeriali su paesaggio e beni artistico-culturali. Vincoli che sopravvivono ancora oggi, come ricordano le funzionarie della soprintendenza di Napoli, Raffaella Bosso e Anna Migliaccio. Elencano aree di Napoli, che conservano vincoli risalenti a quella legge: Capodimonte, via Aniello Falcone, il corso Vittorio Emanuele, Posillipo, le zone collinari. Il soprintendente di un secolo fa a Napoli, Luigi Chierici, osservò: «Nessun luogo poteva prestarsi meglio di Napoli a verificare l'applicazione e l'efficacia della legge Croce». La legge fu approvata nel giugno del 1922, dopo le elezioni anticipate del 1921 quando il filosofo non era più ministro. Ne ha ricordato i passaggi il professore Salvatore Settis dell'Accademia nazionale dei lincei. La legge divenne esecutiva con il sì del Parlamento quattro mesi prima della marcia su Roma e sarebbero stati poi i governi fascisti, presieduti da Mussolini, ad applicarla nei primi vent'anni di vita. E fu importante, come ha evidenziato il professore Lorenzo Casini, «codificare in norme cosa fosse l'interesse comune a tutelare le bellezze naturali». 

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Collegato in video da Bruxelles, il commissario europeo Paolo Gentiloni ha legato all'attualità l'eredità della legge Croce: crisi energetica, l'emergenza climatica, le occasioni dei progetti del Pnrr. Ha detto Gentiloni: «Siamo il Paese con il maggior numero di siti protetti dall'Unesco. Le nostre bellezze naturali e culturali sono un valore economico, alimentando il turismo che è il 5 per cento del nostro Pil e il 15 per cento dell'occupazione». Aggiungendo: «Gli importanti investimenti del Pnrr arrivano alla parte più impegnativa, cioè portare a termine 3000 opere di valorizzazione dell'architettura e del paesaggio, e avviarne altre 900 entro la fine del 2025». Un'attività che «ora, a differenza di un secolo fa, deve non solo tutelare il nostro patrimonio, ma accompagnare il cambiamento in corso» evidenzia Gentiloni. Ieri e oggi. E, nel concludere, Piero Craveri ha sottolineato il filo che lega la legge Croce ai temi ecologici attuali: «In questo convegno, abbiamo posto dei problemi su cui riflettere, legando la storia del passato ai problemi ambientali di oggi». 

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