Le tartarughe di Carl Safina: quasi umane

Come cambiano gli oceani

Carl Safina
Carl Safina
di Francesca Bellino
Venerdì 5 Gennaio 2024, 07:00 - Ultimo agg. 18:37
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La divulgazione è in sé un'azione di conservazione. Con i suoi poderosi e documentatissimi libri sul mondo animale, il biologo americano Carl Safina ha diffuso la conoscenza di diverse specie ed ecosistemi valorizzandone la sacralità e seminando la consapevolezza della centralità della conservazione del mondo naturale per salvaguardia della vita stessa dell'Homo sapiens. Il suo rigoroso lavoro di ricerca sul campo lo ha portato a contatto con molte specie, dagli elefanti di Amboseli in Kenya ai lupi di Yellowstone negli Stati Uniti e alle orche nelle acque del Pacifico nordoccidentale. Negli anni ha condotto uno studio sull'intelligenza e la capacità animale di stringere legami sociali pubblicato in Al di là delle parole, primo suo volume arrivato in Italia nel 2018 grazie ad Adelphi e primo titolo della collana «Animalia», seguito da Animali non umani, in cui lo scienziato mostra come la cultura non sia tratto distintivo dell'uomo e demitizza l'unicità di tante facoltà o comportamenti umani paragonandoli a quelli di specie nascoste nelle profondità delle foreste pluviali o degli abissi oceanici.

Gli ecosistemi oceanici sono uno dei suoi principali interessi. Anche la sua sorprendente ricerca sulle tartarughe liuto appena pubblicata con il titolo Il viaggio della tartaruga (traduzione di Isabella C.

Blum) è cominciata dal desiderio di studiare il modo in cui gli oceani stanno cambiando e che cosa significhi questo mutamento per gli esseri umani e per le creature selvatiche. 

Le tartarughe marine, temerari angeli dell'abisso, sono animali migratori. Safina si è messo sulle tracce della tartaruga liuto (scientificamente Dermochelys coriacea) e l'ha seguita dalla Florida alla Costa Rica, dal Messico alla Nuova Guinea collaborando con tanti conservazionisti appassionati come lui e ben consapevoli che l'estinzione delle specie arriva silenziosamente.

Suscitando continue meraviglie, il biologo racconta nel libro le tappe del viaggio e porta il lettore con sé mostrando i fattori critici che stanno portando all'estinzione di questo gigantesco animale antico e senza età che può arrivare a 2 metri di lunghezza e a una tonnellata e mezza di peso: la condizione delle spiagge dove depongono le uova, l'inquinamento dei mari, la pesca industriale, il riscaldamento globale. 

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Proprio il surriscaldamento del pianeta sta causando un grave rischio per le tartarughe marine perché il loro sesso è determinato dalla temperatura di incubazione delle uova: più la terra si riscalda, più nasceranno solo femmine. Safina ha raccolto però anche dati confortanti. Se negli ultimi vent'anni nel Pacifico le liuto si sono ridotte del 95%, nell'Atlantico la tendenza osservata è opposta: è in atto un recupero di tartarughe marine.

Nel libro l'osservazione scientifica è spesso tessuta con la capacità di suggestione che queste creature esercitano sull'essere umano, la loro vita reale si intreccia con la loro proiezione mitologica e, a un vorticoso movimento nello spazio, si affianca sempre anche un movimento nel tempo, visto che ci troviamo di fronte a uno degli esemplari più antichi della terra sotto il profilo evolutivo che lo rende l'«ultimo dinosauro» vivente. Così lontano, ma così vicino a noi: mentre migrano, attraversano oceani, nidificano, in questi enormi animali i livelli ormonali si innalzano notevolmente. Come in qualsiasi adolescente di ogni tempo. 

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