Cambiano i consumi culturali ai tempi di Covid-19 e il digitale si impone nel mondo del libro. È quanto emerge da tre indagini presentate in un evento organizzato da BookCity Milano, Intesa Sanpaolo e Associazione Italiana Editori (AIE). «Da ormai un decennio BookCity, ad un tempo, promuove e testimonia lo stato dell'editoria, e quindi della cultura, attraverso una presenza capillare e diffusa sull'intero territorio in cui opera. È evidente come una ricerca sull'evoluzione dei consumi culturali durante la pandemia interessi precipuamente BookCity e costituisca stimolo per far fruttare al meglio propensioni e suggerimenti che la pandemia ha posto in luce», dichiara Piergaetano Marchetti, Presidente dell'Associazione BookCity Milano. «La presentazione online delle ricerche sui consumi culturali ai tempi del Covid-19 - ha sottolineato il presidente di AIE Ricardo Franco Levi - è il primo passo di una più stretta e permanente collaborazione e del coinvolgimento di AIE in BookCity Milano, una manifestazione che ha saputo imporsi nel corso degli anni con una sua formula originale che rispecchia la vitalità e la ricchezza di questa città, all'avanguardia nel panorama editoriale italiano».
Caterina Balivo premiata per i podcast: «Dopo l'overdose di tv ricomincio dai miei no»
Fabrizio Paschina, Executive Director Comunicazione e Immagine Intesa Sanpaolo, ha presentato «I consumi culturali degli italiani ai tempi di Covid-19: cosa cambia?», seconda edizione di una ricerca commissionata da Intesa Sanpaolo e condotta da Ipsos su mille persone e 200 fruitori abituali di cultura con l'obiettivo di indagare l'impatto del lockdown sulla cultura nazionale. Aumenta la lettura tra i più giovani e si affermano i podcast. Nei mesi passati, il digitale ha permesso a numerosi italiani di sperimentare la fruizione di eventi online che dichiara di aver iniziato proprio durante il lockdown: assistere a concerti (64%), eventi artistico-culturali (64%), conferenze (61%), opere teatrali (59%), presentazioni di libri (57%) e visitare mostre (62%). I nuovi fruitori hanno quindi superato quanti erano abituati alla cultura in precedenza. Interessante l'impatto sulla fruizione della cultura in futuro: il 50% preferirà la frequentazione dal vivo; il 25% ritiene che continuerà a fruire della cultura anche online e il 9% rimarrà sull'online.
Covid, ansia e depressione nel 40% degli italiani: donne più colpite
Tuttavia, il 16% dichiara che diminuirà tutte le forme di fruizione a favore di altre socialità diventate nuovamente possibili. Un ruolo significativo di facilitatore dei consumi culturali è stato svolto dai podcast, che ascolta il 44% degli intervistati, dato che sale al 70% tra i più giovani (fascia d'età 18/34).«La ricerca realizzata da Intesa Sanpaolo con Ipsos indica chiaramente che il digitale, dopo il boom iniziale legato al lockdown, è ormai a pieno titolo una straordinaria opportunità di accesso all'offerta culturale, perché permette di allargare la platea a nuovi fruitori e raggiungere anche i più giovani.