Emma Giammattei e i Discorsi di Oxford: quando Mr. Croce incantava gli inglesi

Una raccolta di locandine e foto tratte dall'archivio privato della famiglia Croce

Quando Mr. Benedetto Croce incantava gli inglesi
Quando Mr. Benedetto Croce incantava gli inglesi
di Ugo Cundari
Giovedì 7 Settembre 2023, 10:00
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Dall'anno scorso chiunque può dare alle stampe le opere di Benedetto Croce, morto 71 anni fa, senza dover pagare alcun diritto d'autore, «e il rischio che si pubblichino suoi scritti filologicamente non perfetti è molto alto, è già successo di recente con edizioni non proprio impeccabili di Storia d'Europa e di Leggende napoletane dice l'italianista Emma Giammattei, che ha ideato una collana con la Treccani in cui alcuni dei testi crociani, già editi nelle opere nazionali, sono messi in evidenza con i dovuti apparati critici e con un taglio interpretativo in grado di offrire spunti di novità.

Primo volume di questa iniziativa, ancora in cantiere, è Discorsi di Oxford (pagine 144, euro 15) che raccoglie due testi, Antistoricismo del 1930 e Difesa della poesia del 1934, a cura di Giammattei, con una lunga appendice di Gennaro Sasso e con materiale inedito, locandine e foto tratte dall'archivio privato della famiglia Croce come l'istantanea di don Benedetto a passeggio dopo aver ricevuto la laurea honoris causa a Oxford nel giugno del 1923, poco più di un secolo fa, in una disciplina umanistica che di preciso ancora non è stata stabilita. 

Nella foto di gruppo compaiono in primo piano il generale Robert Baden Powell, fondatore del movimento Scout, e il generale Herbert Charles Plumer, governatore di Malta e alto commissario in Palestina, dietro si intravede l'arcivescovo di Uppsala Nathan Soderblom, il teologo luterano sostenitore della unità delle chiese e premio Nobel per la Pace nel 1930, e quindi il «dottor» Croce, con tanto di toga e berretto, che conversa con Edwyn Robert Bevan, archeologo, storico e studioso della letteratura ellenistica, anche lui insignito in quella occasione del riconoscimento oxoniense.

In Inghilterra Croce arrivò per la laurea e per una serie di conferenze, anche perché più che in Francia, più che in Germania, era oltremanica che i suoi scritti avevano maggiori estimatori.

Negli anni Trenta Croce, che in Antistoricismo parla della religione della libertà da difendere a tutti i costi, era ritenuto un grande, se non il più grande, esponente del liberalismo.

Tanto fu la sua fama in Inghilterra che Croce appunterà nelle sue carte di essere entrato «come figura rappresentativa in più di un romanzo». I critici ancora stanno verificando a quali romanzi facesse riferimento, fatto sta che per Giammattei «gli anni Trenta registrano il picco della presenza viva, nella cultura inglese, di Croce critico, teorico dell'estetica e della storiografia, nonché intellettuale liberale antifascista. Tra Oxford e Londra una rete di interventi, di studi, di discussioni si dipanano intorno ai grandi temi crociani, da Shakespeare al rapporto fra arte e storia».

In Difesa della poesia Croce esalta il carattere civile dei componimenti in grado di elevare le menti fino a conoscenze filosofiche e scientifiche.

«La poesia è qualcosa di divino, centro e insieme circonferenza della conoscenza; comprende ogni scienza e le scienze tutte hanno in lei il loro punto di riferimento». Se la filosofia fuga le tenebre e scuote i ceppi della tirannia, la poesia «innalza lo spirito umano alle invenzioni scientifiche e all'analisi stessa e alla critica delle condizioni sociali, le quali cose adesso sono esaltate sopra la diretta espressione della facoltà creatrice». 

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