Inès Cagnati, Giorno di vacanza: storia di Galla, ovunque straniera

La narrativa di Inès Cagnati prezioso documento di una pagina poco nota dell'emigrazione italiana

Inès Cagnati
Inès Cagnati
di Francesca Bellino
Martedì 29 Agosto 2023, 08:30
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Nel suo giorno di riposo, pedalata dopo pedalata, Galla percorre i 35 chilometri che separano il liceo femminile dove studia dall'umile dimora nel paese paludoso e nebbioso in cui abitano i genitori e le quattro sorelle. La fatica, il destino segnato dalla miseria, le illusioni e il dolore che questa ragazza esprime nel suo avverso percorso sono una testimonianza della condizione di vita della grande collettività italiana che, a cavallo tra le due guerre, si trasferì nel sud della Francia per lavorare i terreni fangosi e rocciosi abbandonati dai francesi.

A dar voce a Galla, protagonista del romanzo Giorno di vacanza (Adelphi, pagine 151, euro 18, traduzione dal francese di Lorenza Di Lella e Francesca Scala) uscito nel 1973, è Inès Cagnati, autrice poco avvezza agli ambienti letterari, premiata e apprezzata solo dopo la scomparsa nel 2007, anche in Italia riscoperta di recente grazie ad Adelphi con la pubblicazione lo scorso anno di Gènie la matta (1976) con la traduzione di Ena Marchi.

La narrativa di Inès Cagnati è spietata e lucida e diventa oggi anche un prezioso documento di una pagina poco nota dell'emigrazione italiana, momento in cui migliaia di contadini provenienti dal nostro paese rianimarono il meridione francese in crisi a scapito della propria esistenza povera e segregata. 

Cagnati è figlia di questa migrazione. È nata nel 1937 nella cittadina francese di Monclar-d'Agénais, nel Lot-et-Garonne, da genitori analfabeti - padre trevigiano, madre vicentina e, grazie allo studio e un impiego in un prestigioso liceo di Parigi, ha lasciato le terre inospitali e livide dell'infanzia e dell'adolescenza, pur sentendosi sempre straniera nel mondo, una «figlia indesiderata», proprio come la sua eroina Galla.

«Penso a me e mi dico che nessuno mi vuole, nemmeno io.

Allora provo compassione per me perché nessuno mi vuole, nemmeno io» rimugina la giovane protagonista di Giorno di vacanza che riesce a consolarsi solo pensando alla sua amata bicicletta e alla sua bellissima amica. «Fanny è come un luminoso sole di primavera. Io somiglio alle pozze delle paludi. È terribile essere come me» pensa una volta arrivata nella fatiscente casa di famiglia, pronta a lavare il suo grembiule verde ricavato da un vecchio vestito della zia morta, ma costretta a dormire nel fienile con la cagnetta Daisy perché scacciata dal padre e non protetta dalla madre troppo debole per correrle in soccorso.

Galla è traboccante di rancore e di disprezzo per se stessa, ma segretamente sogna di rinascere in un paese più assolato, in una casa più calda, in un terra meno paludosa e in una famiglia capace di accoglierla. Galla appare una ribelle, ma in realtà è solo un'adolescente che desidera un posto nel mondo e vorrebbe non essere obbligata a rubare per portare un dono alla cara madre.

Tutta la scrittura di Inès Cagnati è impregnata dal sentimento di estraneità e dal disperato bisogno di un senso di appartenenza nato dalla sua stessa condizione di figlia di gente umile e non integrata. «Siamo stato respinti più perché eravamo poveri che perché eravamo italiani», ha spiegato la scrittrice che non si sentì mai né italiana, né francese. Visse con disagio anche la naturalizzazione. In una delle sue rare apparizioni televisive, nel 1989, ha detto che per lei essere naturalizzata francese era stata «una tragedia»: «Non ero francese. E nemmeno più italiana. Quindi non ero niente». E l'infanzia? «Un periodo del tutto infelice». 

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