Romana Petri, Rubare la notte: Tonio che amava volare e corteggiare la morte

Il racconto biografico su Antoine de Saint-Exupéry tra gli 80 candidati al Premio Strega

Antoine de Saint-Exupéry
Antoine de Saint-Exupéry
di Titti Marrone
Mercoledì 8 Marzo 2023, 16:00
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Un giovane aviatore destinato a cadere in volo, un giorno descrisse all'écrivain-aviateur Antoine de Saint-Exupéry una norma del regolamento adottato dalle compagnie aeree che con ogni evidenza lo tormentava: se di un pilota morto in servizio non fosse stato trovato il corpo, la sua famiglia non avrebbe incassato alcun risarcimento. E quando, di lì a poco, il suo aereo precipitò in un burrone, il cadavere del ragazzo fu rinvenuto vicino al suo orlo, appoggiato a una roccia come se si fosse seduto lì per poi morire. Era riuscito ad arrampicarsi dopo lo schianto chissà con quanta indicibile fatica, per farsi trovare e non lasciare i suoi senza sostegno.

Questa è solo una delle centinaia di nuances narrative con cui Romana Petri arricchisce il racconto biografico su Antoine de Saint-Exupéry in Rubare la notte (Mondadori, pagg. 260, euro 18), tra gli 80 candidati al Premio Strega.

Come già nella narrazione della vita di Jack London (Figlio del lupo, Mondadori), Petri disegna qui un inedito, intensissimo percorso per il genere, inquadrando il personaggio in quello che potremmo definire un 3D letterario che lo rende visibile da ogni possibile angolazione. Come se la scrittura trascinasse l'autore del Piccolo Principe in mezzo a noi, portandolo a rivivere, camminare, respirare davanti ai nostri occhi.

Petri lo mostra dal lato dell'immagine riflessa verso gli altri, di aviatore votato a stare in mezzo alle nuvole spumose e di scrittore di enorme successo, seduttore di decine di donne stregate dal suo naso a ricciolo, travolto da amori senza possesso né, a volte, sesso. Ma con ancor più forza, lo ritrae nella sua interiorità attingendo ai suoi scritti, alle lettere, alle testimonianze su di lui, e trasfigurando i passaggi di una vita conclusa a 44 anni, con forte immaginazione da scrittrice di rango. L'esito è il complesso romanzo sulla sostanza umana, e forse l'intima verità, di un personaggio divenuto leggenda in vita e oltre per la sua stessa morte più e più volte annunciata, così come per la sua sparizione in mare.

L'inquadratura narrativa è da telecamera fissa ininterrottamente sul protagonista: niente affresco sociale né ricostruzione d'epoca. La scena è sempre solo occupata da lui. Da Tonio bambino già totalmente innamorato di sua madre vedova, costretta a piangere la morte di due figli; da Tonio ragazzo pronto a disobbedirle «staccando l'ombra da terra» in un propiziatorio battesimo dell'aria; da Tonio autore di fluviali lettere a lei; di Tonio scrittore subito adocchiato da Gide e Gallimard per quel Volo di notte che ispirò a Guerlain il nome di un profumo; e ancora da Tonio stregato dall'unica parola francese usata sia per «volare» che per «rubare». 

Vediamo Tonio ritratto nelle sue distrazioni che gli saranno fatali e che sono in realtà una specie d'ininterrotta ricerca della morte: gli suggeriranno l'abitudine di scrivere, leggere e disegnare in volo, dove più che altrove gli vengono «delle magnifiche idee». Lo seguiamo nelle sue peripezie di volo notturno, in quelle per consegnare la posta tra Francia e Algeria, nel ritorno alla sua pattuglia 2/33 durante la Seconda guerra mondiale, in cui sarà di stanza anche a Pomigliano, nelle sue innumerevoli storie d'amore sempre sopra le righe, sempre rapito dall'oscillazione delle gonne femminili. E c'è la storia d'amore cominciata nell'infanzia con Loulou «fidanzata per gioco», quella bizzarra con Consuelo, vedova «cinguettante» e capricciosa divenuta sua moglie, quella con Madame de B, incostante fuggitiva, ci sono quelle occasionali con Nelly e le altre senza volto. A tutte lui scrive interminabili lettere spesso uguali, cambiando solo l'intestataria.

A sua madre e solo a lei riserva però lo slancio intimo più profondo e costante, abitato dal sogno di trovare una casa in cui vivere con lei insieme per sempre, da creatura destinata a un'eterna infanzia svelata nel sé stesso «piccolo principe» di un altro pianeta, non meno che nell'adulto pilota incontrato nel deserto.

Ecco, quel che vuol mostrarci Romana Petri è la sensazione di alterità rapportata a un mondo terreno mediocre. E l'impossibilità di essere normali vissuta come somma bellezza da un personaggio di un altro mondo, non omologabile, deciso a spiccare il volo spingendo in alto l'immaginazione e la scrittura letteraria, al di sopra della realtà. 

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