Scott Turow, Il sospetto: «Parlo di sesso e potere ma ribalto il Mee Too»

«Mi ha aiutato osservare le figlie della mia seconda moglie e mia figlia più piccola»

Scott Turow
Scott Turow
di Francesca Bellino
Mercoledì 22 Febbraio 2023, 11:00
4 Minuti di Lettura

Tutti i libri di Scott Turow indagano e smascherano i meccanismi dell'uso del potere nell'essere umano. Lo scrittore americano con un lungo passato da avvocato e procuratore, non si smentisce nel suo nuovo legal thriller, Il sospetto, appena uscito in Italia per Mondadori (traduzione di Sara Crimi e Laura Tasso), in cui sceglie un'angolazione inedita per raccontare la sua storia e capovolge i rapporti di potere stereotipici che vedono l'uomo predatore e la donna vittima. La protagonista, Clarice «Pinky» Granum, per la prima volta non è un avvocato, ma un'investigatrice privata di 33 anni, bisessuale ed eccentrica, tatuata e con piercing al naso, che narra in prima persona le sue indagini su Lucia Gomez, accusata da tre poliziotti di usare il suo potere (è capo della polizia) per estorcere favori sessuali in cambio di una promozione. L'ambientazione è Highland Isle, città nei pressi di Kindle County, la contea nel Midwest americano dove Turow, ambientò nel 1987 il suo primo bestseller, Presunto innocente.

Turow, come nasce il personaggio di Pinky?
«Esisteva già.

Era un personaggio secondario di L'ultimo processo che aveva al centro suo nonno, il grande avvocato Sandy Stern. Era tanto piaciuta a lettori e lettrici, che le ho voluto dare un libro tutto suo. Un romanzo che comincia con un'accusa, che pare fatta a posta per ribaltare il Me Too. Al centro della vicenda giudiziaria di Gomez c'è il sospetto che abbia usato il suo potere per costringere degli uomini a fare sesso. Il contrario di ciò che nella maggior parte dei casi succede».

Come ha lavorato per entrare nel mondo di una 30enne?
«Mi ha aiutato osservare le figlie della mia seconda moglie e mia figlia più piccola. Mi sono messo in ascolto, ho letto, ho curiosato in rete. Ma non ho perso il sonno a chiedermi cosa pensino i ragazzi di oggi, sono consapevole che il mondo è loro, non mio. Li capisco e li rispetto. Pinky comincia a fare i conti con la propria diversità».

Com'è il suo rapporto con Lucia Gomez?
«Pinky ammira qualsiasi donna che sia riuscita a farsi strada nel mondo, quindi anche lei, che ce l'ha fatta in un mondo di maschi. Da una parte la idealizza e dall'altra non rimane sconvolta quando capisce che anche lei ha dimostrato ogni tanto di avere i piedi di argilla».

Lei ha detto che dopo l'omicidio di George Floyd nel 2020 è stato stimolato a raccontare il complesso mondo della polizia.
«L'assassinio di Floyd è ingiustificabile, ma io, che conosco questo mondo, dico anche che è un'espressione dell'ansia costante con la quale vivono i tutori dell'ordine negli Stati Uniti. L'idea che quest'ansia trovi la sua espressione in un agente in divisa che si mette con l'anfibio sul corpo di un sospetto, prende a manganellate un uomo inerme, lo uccide, è ributtante, non ha giustificazione. Negli Stati Uniti dovremmo estendere il dibattito sul ruolo della polizia. A Chicago non si riesce più a trovare chi assumere nelle forze di polizia cittadine. Sempre più persone pensano che non valga la pena. Il numero dei detentori di armi da fuoco è spaventosamente aumentato e gli agenti vivono nel terrore. Dobbiamo ringraziare i produttori di armi da fuoco e la Corte Suprema».

Che cosa ha fatto peggiorare la situazione?
«È stata la maggioranza conservatrice nella Corte Suprema degli Usa a sentenziare che i cittadini hanno il diritto a girare armati. Qualche giorno fa, in Florida, il Congresso stava discutendo se consentire a tutti, senza licenza e addestramento, di andare in giro per le strade con un'arma, anche nascosta. A me pare scontato che se tutti vanno in giro armati prima o poi qualcuno verrà ucciso. E sta succedendo in maniera molto superiore rispetto a 30 anni fa, prima che venisse comunemente accettata questa ridicola lettura della Carta Costituzionale. Tanto più che la maggioranza degli americani non è d'accordo».

Si può controllare questa escalation?
«Non dentro questo quadro normativo. E poi ci sono le figure invisibili che sono i produttori di armi che fanno fortuna a livelli giganteschi e hanno portato negli Stati Uniti questa nuova forma di terrorismo». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA