Rosario Esposito La Rossa e Gino Strada, il coraggio del medico in prima linea

L'omaggio ai medici di Emergency, impegnati in 18 Paesi a curare un paziente al minuto

Rosario Esposito La Rossa
Rosario Esposito La Rossa
di Donatella Trotta
Martedì 21 Febbraio 2023, 12:00
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Cartoline dall'inferno. Declinato al plurale: per quanti sono i luoghi del globo terracqueo trasformati in «posti schifosi» da guerre, miseria o epidemie spesso senza rimedio, per persone «dimenticate dalla speranza». Luoghi dove pochi sono convinti «che l'impossibile è necessario» e «qualche volta bisogna costruire oasi dove nessuno osa sognare»: come fanno i medici di Emergency, impegnati in 18 Paesi a curare un paziente al minuto (dal 1994, dodici milioni di persone nel mondo), a far nascere bambini, salvare vite devastate, costruire ospedali tra le macerie. Sotto le bombe.

Proprio come il fondatore Gino Strada, medico e visionario, il cui cuore grande e «pensante» ha cessato di battere il 13 agosto 2021.

A 73 anni di vita: spesa tutta per gli altri. Senza risparmio.

Ma si può raccontare ai più giovani la sua traiettoria esemplare in modo non banale, anti-retorico, asciutto e in una parola vero? Ci riesce molto bene Rosario Esposito La Rossa nel suo nuovo libro, in uscita il 7 marzo per la Fiera internazionale del libro per ragazzi (Bologna, 6-9 marzo): Gino Strada. Medico in prima linea (Einaudi ragazzi, pagine 120, euro 12,90). E ci riesce, ancora una volta, con un efficace espediente narrativo: l'immaginario invio di cartoline a Gino Strada da diversi posti del mondo. 

Un mosaico di sguardi e punti di vista diversi per rifletterne così a distanza, in modo incisivo, il ricordo. E le tracce da lui lasciate in tantissimi: adolescenti nati da madri morte di parto a Kabul; ex cecchini di Sarajevo divenuti orologiai, ex sminatori trasformati in costruttori di pozzi d'acqua ed ex becchini mutati in coltivatori di baobab, gentilezza e speranza; bambini mutilati dalle mine antiuomo in Somalia diventati atleti paralimpici e cambogiani scempiati dai «pappagalli verdi» che prendono in mano il proprio destino; nigeriane schiave della tratta a Castel Volturno, giovani vittime dell'Ebola, donne contagiate dall'Aids in Luanda; anziani e diffidenti pastori etiopi che si convincono a «partorire il futuro» dalla propria terra; fotoreporter di guerra e persino colleghi medici meno coraggiosi di Strada, fino a ex costruttori di mine antiuomo - convertiti in giocattolai (veri) grazie al proprio figlio, lettore scioccato dal libro di Strada Pappagalli verdi. 

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Lo stesso che, a quindici anni, ha cambiato la vita «di lettore e scrittore» di Rosario Esposito La Rossa: autore di impegno civile, editore e attivista che in questo nuovo testo, vibrante di passione e rispetto per l'articolo 11 della Costituzione italiana, «incarnato» da Strada («L'Italia ripudia la guerra»), rivela così la genesi della sua scrittura. E di una letteratura in prima linea ovunque: «necessaria, urgente, senza fronzoli, che non intrattiene e che colpisce». A tutte le età. Mescolando, in dialetto napoletano, la parola pazienza (per resistere) con la parola pace: pacienza. 

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