Napoli, il museo Madre raddoppia gli spazi e la neodirettrice propone la sua prima mostra

La giunta campana stanzia 20 milioni per acquistare e ristrutturare il secondo palazzo da dedicare all'arte contemporanea. Dal 6 luglio esposizione dedicata a Miyamoto

Il museo di Donnaregina
Il museo di Donnaregina
Mercoledì 7 Giugno 2023, 16:18 - Ultimo agg. 16:36
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Il Madre si fa in due, raddoppia gli spazi. Lo annuncia la giunta regionale in una nota, spiegando che ha appena approvato una delibera e stanziato 20 milioni di euro destinati all'ampliamento del museo di arte contemporanea. La somma serve per acquistare il vicino palazzo in via Settembrini, già da tempo individuato come sede più idonea, e per provvedere agli interventi necessari di ristrutturazione.

Nello stesso giorno, la neodirettrice Eva Fabbris annuncia la sua prima mostra dedicata ad Kazuko Miyamoto (nata a Tokyo nel 1942, l'artista oggi vive e lavora a New York), iniziativa che inaugura la programmazione triennale. Dal 6 luglio al 9 ottobre, l'esposizione rappresenta una ricognizione storiografica, tra il secondo e il terzo piano dello storico palazzo Donnaregina, che ripercorre le diverse fasi e i numerosi media attraverso cui si è sviluppata l'attività dell’artista dagli anni Settanta ai primi anni Duemila.

Uno sguardo ampio e trasversale sulla storia dell’arte recente, l'obiettivo è quello di dare luce a storie che al suo interno sono ancora poco note. In questo caso, su un personalissimo modo di connetterne le istanze più profonde, contribuendo e allo stesso tempo contravvenendo al linguaggio modernista. Miyamoto è stata promotrice di contesti attivisti ed espositivi che, per primi a New York, hanno esteso i confini della rappresentatività per artiste donne e non occidentali. Il racconto di questa attitudine trova oggi immediate rispondenze nelle istanze più attuali nell’arte.  

In questa prospettiva, al Madre Miyamoto idealmente dialoga con la Collezione permanente del museo, in particolare - data l’amicale e linguistica contiguità tra i due artisti - con 10,000 Lines (2005) di Sol LeWitt (Hartford, 1928 - New York, 2007).

Ampio spazio è riservato alle String Constructions, la sua più celebre serie di sculture di spago, rigorose e suggestive composizioni bi e tridimensionali iniziate nei primi anni Settanta. Attraverso un sistema di dense linee parallele fatte di un materiale estremamente leggero e modesto, queste opere si presentano come un effimero quanto efficace punto di contatto tra architettura e corpo, sollecitando la percezione a cogliere vibrazioni e imprecisioni. In questi lavori il linguaggio minimalista, sperimentato da Miyamoto in dialogo con LeWitt, di cui diviene assistente poco dopo il suo trasferimento a New York negli anni Sessanta, viene declinato in una forma che negli anni si fa man mano più tattile e irregolare, reagendo convintamente e gioiosamente a strutture a griglia e ritmi regolari. 

A partire da questa serie iniziale, la mostra racconta l’evoluzione della pratica e dei riferimenti a cui l’artista attinge nei decenni successivi: dai lavori grafici, ai disegni legati alle String Constructions fino alle opere realizzate con direct print o fotocopia, che testimoniano l’attenzione alla dimensione effimera della scultura. Queste e altre opere dell’inizio degli anni Ottanta sorgono dall’osservazione e l’interazione con la street life di Downtown New York, dove l’artista vive e lavora fin dal suo arrivo negli Stati Uniti, e dove incontra e dialoga con artisti, poeti, musicisti: una scena vivace e impegnata, rievocata in mostra con vividi documenti visivi. Nelle performance, presentate al Madre attraverso video e fotografie d’archivio, l’attitudine sempre più evidente all’intreccio tra arte e vissuto si lega a un recupero della memoria della danza e della tradizione giapponesi, testimoniato anche dalla presenza di alcuni kimono d’artista realizzati dalla stessa Miyamoto. Completano il percorso alcune importanti installazioni degli anni Duemila. 

  

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