Mps, il piano sui crediti a rischio
Sì ad Atlante 2 con Cdp e privati

Mps, il piano sui crediti a rischio Sì ad Atlante 2 con Cdp e privati
di Rosario Dimito
Giovedì 7 Luglio 2016, 00:03 - Ultimo agg. 13:59
4 Minuti di Lettura

ROMA Spiragli sulla terapia d’urto di Mps. Atlante 2 potrebbe scendere in campo con una dotazione di circa 3 miliardi da raggiungere anche a rate, per acquistare i circa 10 miliardi di npl che la Bce ha imposto di smaltire entro il 2018. E attraverso questa soluzione, se davvero dovesse funzionare con l’Europa, verrebbe allontanato per il momento, lo spettro di una nuova ricapitalizzazione anche sotto forma “precauzionale”, come consentita dall’art. 132 della Brrd, la direttiva Ue sulle risoluzioni delle crisi bancarie. 

IL PIANO B
Questo Piano B che avrebbe fatto capolino ieri sera, al termine di un’altra giornata frenetica, caratterizzata da un vertice a Palazzo Chigi tra Matteo Renzi, Piercarlo Padoan, Claudio Costamagna e Fabio Gallia, dirada lo scudo dell’intervento pubblico. E ha fatto dire a Renzi: «Il governo auspica una soluzione di mercato». Che sarebbe appunto quella di una cartolarizzazione dei Non performing loans (Npl), un macigno da 43,4 miliardi lordi (21,8 netti) in pancia a Siena, di cui 10 da smaltire entro dicembre 2018. Al fianco di questa cessione, andrebbe avanti il progetto Juliet, la piattaforma che con la regia di Mediobanca si vuole mettere in piedi coinvolgendo un partner. Sono una ventina le manifestazioni di interesse da parte di operatori specializzati e la gara potrebbe essere accelerata: le offerte, in un primo tempo attese per il 18 agosto, potrebbero essere anticipate di una quindicina di giorni. Le due mosse sui crediti dubbi potrebbero consentire alla banca guidata da Fabrizio Viola di superare senza danni gli stress test e scongiurare la burden sharing, cioè la condivisione dei rischi nel salvataggio sul modello delle quattro banche. 
 
Ieri a Siena si sarebbero tenuti i comitati in vista del cda di oggi che, come punto principale, dovrebbe avere la risposta alla missiva del 24 giugno della Vigilanza europea contenente la bozza di decisione sugli npl. E la risposta che il team di Viola starebbe preparando dovrebbe allinearsi con le prescrizioni in tema di smaltimento degli npl ma anche dei livelli di liquidità, che è un altro rilievo contenuto nella missiva.
La soluzione che sta prendendo forma coinvolge una serie di soggetti che vanno dalla Cassa depositi, alla Sga, alle casse di previdenza, fino a un’altra fondazione: il tesoro che con Bankitalia è in cabina di regia, starebbe facendo pressioni anche sulla fondazione Banco di Napoli che avrebbe in pancia alcuni spiccioli che fanno comodo per avvicinarsi alla soglia fissata di circa 3 miliardi per capitalizzare un nuovo fondo, battezzato Atlante 2, che potrebbe essere finanziato da Atlante. L’attuale fondo che ha una dotazione residua di 1,7 miliardi ed è gestito da Quaestio, vorrebbe però utilizzare un miliardo per gli Npl di Popolare Vicenza e Veneto Banca sulle quali ha investito 2,5 miliardi. Questo di dirottare un altro miliardo sui crediti deteriorati delle due banche sarebbe l’orientamento di Alessandro Penati, ormai ai ferri corti con i principali sottoscrittori, a cominciare dalle banche. Anche ieri i membri del comitato sottoscrittori gli avrebbero sollecitato una riunione e comunque, intenderebbero essere interpellati sull’ipotesi di destinare un miliardo alle venete e 700 milioni in Atlante 2 per Siena. 

Nel nuovo fondo ci sarà la Cdp: su 3 miliardi circa di dotazione, mantenendo più o meno lo stesso peso che ha oggi, potrebbe mettere fino a 500 milioni. Altri 500 milioni arriveranno dalla Sga: il consiglio della società che salvò il Banco Napoli sarebbe in preallerta per la decisione e avrebbe accantonato la partecipazione al progetto Juliet. Un miliardo circa lo si vorrebbe attirare dalle casse di previdenza: ieri i vertici dell’associazione (Adepp) sarebbero stati consultati e nonostante le loro ritrosie legate a questioni fiscali e di riconoscimento della loro natura, non avrebbero potuto tirarsi indietro. Anche alcune assicurazioni come Poste vita e Mediolanum dovrebbero contribuire. Atlante 2, secondo l’ipotesi di lavoro, potrebbe investire in una newco dove Mps trasferisce fino a 10 miliardi circa di npl e parte dei dipendenti: l’effetto leva consentirebbe di arrivare a questi livelli. E comunque gli sherpa di Tesoro e Bankitalia ipotizzano che se l’equity di partenza fosse inferiore, si potrebbe raggiungere in 3-4 anni la soglia minima reinvestendo i flussi rivenienti dalle vendite delle sofferenze. In questo si potrebbero utilizzare le gacs che sarebbero le uniche garanzie pubbliche dell’operazione.

Le altre, come facevano riferimento alcune indiscrezioni, non sarebbero praticabili e comunque lo scudo di 150 miliardi di liquidità concessi dalla Bce con garanzia statale non possono diventare equity.

© RIPRODUZIONE RISERVATA