I tassi di interesse negativi della Bce non aiutano le banche, ma la politica monetaria di Francoforte è «appropriata», anzi in caso di un ulteriore calo dell'inflazione sarebbe necessario un allentamento, intermini di ampliamento del piano di acquisti di asset.
La Brexit oltre ad aver accentuato alcuni dei problemi esistenti e aver aumentato la pressione sulle banche, si fa sentir sulla crescita. L'esito del referendum rallenta il pil dal +1,6% del 2016 all'1,4% del 2017. Si tratta però di una stima preliminare, soggetta a revisioni al ribasso. Gli effetti dell'addio non sono infatti ancora chiari e il rischio è che trattative prolungate fra Gran Bretagna e Ue si traducano in un freno ancora maggiore alla ripresa. Il governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco, stima per il Belpaese un effetto di un quarto di punto percentuale nel 2016-2018 nel caso in cui le importazioni della Gran Bretagna dovessero calare del 10%. Anche l'agenzia Moody's teme un «contagio politico» dalla Brexit, e rivede al ribasso le stime di crescita dell'area euro a +1,5% nel 2015 e +1,3% nel 2017 a causa della Brexit.