Si fanno sempre più travagliati - sul fronte economico e finanziario - i rapporti tra i familiari di casa Amadori, gruppo romagnolo, ai vertici del settore agroalimentare italiano. Secondo quanto riportato oggi da Il Resto del Carlino, Patrizia e Loretta Amadori, figlie di Francesco che fondò l'azienda nel 1969 a San Vittore di Cesena, hanno citato in sede civile, davanti al Tribunale delle imprese di Bologna le società Francesco Spa e Finama Holding, presiedute dai loro fratelli Denis e Flavio. Materia del contendere e elemento scatenante della "faida" dovrebbe essere il riassetto societario del gennaio scorso, che avrebbe concentrato il potere nelle mani degli uomini della famiglia, a discapito delle donne. Una lettura, che - a quanto pare - "non va affatto giù" all'azienda la quale, in una nota, ribadisce come il riassetto societario e la nuova governance non siano altro che l'esatta traduzione delle volontà dei fondatori del colosso avicolo. Con la ridefinizione dell'assetto del gruppo, scandisce una nota di Amadori, «nei fatti, si consolida la volontà dei fondatori, Francesco e Arnaldo Amadori.
Francesco, nel 2014, decise di affidare la maggioranza delle azioni ai due figli Flavio e Denis, da sempre impegnati in azienda, con i ruoli rispettivamente di Presidente e Vice Presidente, lasciando alle figlie quote di minoranza, non avendo le stesse avuto alcun ruolo operativo nella gestione dell'attività imprenditoriale».
Il caso del licenziamento di Francesca
Un nuovo capitolo delle fibrillazioni all'interno della famiglia, in un ultimo anno segnato dal licenziamento per un presunto assenteismo di Francesca Amadori, nipote del nonno fondatore e figlia del presidente Flavio e dal recentissimo divorzio dell'amministratore delegato Francesco Berti, alla guida di una realtà che conta di chiudere il 2022 con 1,5 miliardi di fatturato e l'assunzione prevista di 700 persone nel 2023.