Cottovietri al Cersaie: «È l’elogio del difetto e dell' irregolarità»

Cottovietri sarà in vetrina (Hall 22, Stand A120) per sottolineare l’armonia di un piccolo solco, del dettaglio che fa la differenza

Cottovietri in "Terre colorate"
Cottovietri in "Terre colorate"
Venerdì 22 Settembre 2023, 18:45
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Da sempre il motto che accompagna il lavoro dell’azienda è «non fatto a mano ma fatto con le mani», per sottolineare il grande pregio di personalizzare i materiali nelle forme, nelle dimensioni e nei colori attraverso la manualità e l’estro dei maestri artigiani. Nulla a che vedere con i prodotti industriali.
Al di là delle mode e delle tendenze, con questa filosofia, Cottovietri sarà al Cersaie, 40esima edizione del Salone Internazionale della Ceramica in programma a Bologna dal 25 al 29 settembre 2023.


In un mondo in cui il tempo scorre veloce e tutto sembra essere standardizzato, Cottovietri guarda al futuro rimanendo fedele al passato proponendo non solo formati, ma idee, progetti, cotto su misura, mosaici nati con l’intento di “cucire” gli ambienti in modo sartoriale e unico.
«Il nostro è un po’ l’elogio del difetto, di quella irregolarità non voluta che diventa dettaglio. In quest’ottica a Bologna presentiamo non un prodotto ma un modo di fare. Quella dell’industria è forzata, costruita, voluta: noi non possiamo che essere imperfetti, ma non lo facciamo apposta», spiega l’AD Antonio Senatore che nell’imperfezione riconosce il segno distintivo dell’azienda.

 

Lì dove per cinque giorni 600 espositori raccontano la propria storia (attesi 100mila visitatori) Cottovietri si metterà in vetrina (Hall 22, Stand A120) per sottolineare l’armonia di un piccolo solco, che poi è quello che fa passare la luce; di una ruga o un graffio che, fra compiuto e incompiuto, riflessi e sfumature, luce e ombra, arreda un ambiente; della perfezione imperfetta mai uguale al progetto precedente o a quello che verrà. Nella simmetria asimmetrica c’è la simbiosi ideale del bello e dell’unico.
Il cantiere creativo di Cottovietri affonda le sue radici in un concetto dell’estetica ancestrale che mette in risalto ciò che non è perfetto ed esorta a trovare la bellezza in ciò che invece è genuino e autentico.

Non rimane che immergersi nell’esplosione cromatica delle lastre fino a due metri, il tartan e il Cplus, realizzazioni in cui presente e passato si fondono per disegnare una nuova trama.

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