Salerno, portuali: si dimette il CdA della Flavio Gioia, «ora dobbiamo fare un passo indietro»

Portuali, polemiche a Salerno dopo le dimissioni del presidente della Flavio Gioia Enzo D'Agostino

Vincenzo D'Agostino, presidente della Compagnia portuali Flavio Gioia
Vincenzo D'Agostino, presidente della Compagnia portuali Flavio Gioia
di Brigida Vicinanza
Venerdì 22 Settembre 2023, 06:55
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Non deve essere proprio un bel momento per il porto di Salerno. Non solo le croci, l’ennesima appena una settimana fa, posate idealmente a causa di incidenti mortali sul lavoro. Ma anche «questioni politiche» interne a una delle importanti realtà imprenditoriali operanti nello scalo commerciale cittadino. Sono di ieri, arrivate come un fulmine a ciel sereno e per di più nella giornata dedicata al Santo Patrono - ricorrenza a cui i portuali sono affezionatissimi - le dimissioni di Vincenzo D’Agostino, presidente della Compagnia Portuale Culp Flavio Gioia. Medesima scelta intrapresa da tutti i componenti dell’attuale Consiglio d’amministrazione. Un addio che, dicono i bene informati, poteva anche essere previsto e forse addirittura prevenuto se le questioni interne che agitano la compagnia fossero state affrontate in maniera corale. Una scelta che, per tempismo e divulgazione, lascia pensare a un segnale ben preciso. «Salerno è mia e io la difendo», direbbe San Matteo. Forse per D’Agostino e «i suoi» non era più tempo di difendere. 
IL RETROSCENA 
Il neo dimissionario presidente, in un commento stringatissimo e denso di amarezza, si limita a commentare: «Mi dispiace molto lasciare ed è chiaro che non è stata una decisione facile da prendere. È arrivato, per me e per le persone che mi hanno accompagnato in questi cinque anni difficili ma anche ricchi di successi che sono sotto gli occhi di tutti, il momento di fare un passo indietro. Tengo molto a fare il mio in bocca al lupo a quello che sarà il nuovo Consiglio di amministrazione e a colui che sarà designato nuovo presidente. Augurio che desidero formulare da parte mia d di tutto il cda dimissionario. C’è grande rammarico ma tant’è». Impossibile, almeno per il momento, andare a fondo alle motivazioni che sanciscono una rottura che, almeno per il momento, sembra insanabile. Voci interne all’ambiente portuale riferiscono di una guerra intestina accesissima: i contrasti tra fazioni opposte avrebbero reso l’aria irrespirabile, la convivenza e il dialogo quasi impossibili. Insomma, una bomba a orologeria. Bomba che, evidentemente, non c’era modo di disinnescare se non resettando e lasciando che sia la forza lavoro a indicare la strada per un nuovo corso. Intanto, il vecchio cammino, resta lastricato di risultati più che positivi: D’Agostino aveva ereditato la compagnia con 800mila euro di perdite annuali e 1,5 milioni di debiti verso i fornitori. Il pareggio di bilancio è arrivato dopo pochi mesi. E poi bilanci sempre in positivo, aumenti economici della giornata base e straordinari per i lavoratori, aumento di ticket restaurant e ancora ticket compliments di 500 euro a Natale. 
LE VOCI
Segnali, successi e risultati che non sono passati inosservati neanche tra i lavoratori e tra chi li tutela. Primi su tutti i delegati sindacali con cui il lavoro e la tutela di quest’ultimo sembra non essere mai passato in secondo piano tra sinergie e collaborazioni anche quando i problemi all’interno dello scalo portuale si sono fatti più grandi. «Apprendiamo con rammarico delle dimissioni del presidente e dell’intero cda della Compagnia Portuale Culp Flavio Gioia - scrive il segretario generale Filt Cgil Salerno, Gerardo Arpino - negli anni la Filt Cgil ha apprezzato il proficuo e sereno lavoro svolto della Compagnia Portuale, riportando la società in utile e garantendo i livelli occupazionali e salariali a tutti i soci lavoratori. La nostra organizzazione sindacale, da sempre vicina a i lavoratori - conclude Arpino - vigilerà affinché nella Culp non prevalga la cultura del populismo e della propaganda, utile ad interessi di pochi e non della collettività».

Ora la parola passerà al presidente del Collegio sindacale dell’azione che dovrà convocare una assemblea per nominare l’intero e - a questo punto - nuovo Cda.

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