Mutui, governo in campo: «Pìù tempo per pagare». Abi: solo a chi è in regola

Richiesta di aiuti sui prestiti. Patuelli apre (ma con paletti)

Mutui, governo in campo: «Pìù tempo per pagare». Abi: solo a chi è in regola
Mutui, governo in campo: «Pìù tempo per pagare». Abi: solo a chi è in regola
di Rosario Dimito
Mercoledì 5 Luglio 2023, 23:57 - Ultimo agg. 7 Luglio, 10:09
4 Minuti di Lettura

Il governo scende in campo sui mutui per aiutare le famiglie in difficoltà e in ritardo con il pagamento delle rate. In ballo poco meno di 7 miliardi di prestiti in bilico. «Considero indispensabile e urgente che si giunga ad un accordo su un allungamento dei mutui a tasso variabile per alleviare l’impatto, talvolta insostenibile, dell’incremento delle rate a carico delle famiglie», ha auspicato il Ministro Giancarlo Giorgetti ieri, chiudendo l’assemblea Abi, davanti a un parterre di banchieri, industriali, rappresentanti di tutte le categorie produttive, sindacalisti (tra cui Maurizio Landini e Lando Sileoni), al vice premier Antonio Tajani, Pierferdinando Casini (senatore indipendente eletto nelle liste del Pd).

Mutui variabili, Salvini: «Lavoriamo con le banche perché allunghino le rate»

Mutui, governo in campo

Il ministro ha aggiunto che si lavora per prorogare le misure per favorire il passaggio dei mutui da tasso variabile a tasso fisso che hanno avuto nel recente passato «un grande successo».

La platea di coloro che rientrano nella fattispecie individuata dal Ministro dell’Economia è formata da 980 mila famiglie per un totale di 6,7 miliardi di crediti in ristrutturazione di cui 2,7 miliardi di sofferenze, 3,3 miliardi di inadempienze totali, 0,6 miliardi di rate scadute. Giorgetti, il cui intervento era stato preceduto da una sollecitazione del leader della Lega Matteo Salvini («lavoriamo con le banche per allungare i mutui»), ha risposto al presidente dell’Abi Antonio Patuelli che nella sua relazione, ha toccato il tema, evidenziando però i paletti entro i quali possono muoversi gli istituti. 


PALETTI
«Le banche in Italia mantengono quasi i due terzi dei mutui a tasso fisso, con tassi di raccolta in continuo aumento, e, su richiesta, possono allungare la durata dei mutui per chi è in regola con i pagamenti o realizzare surroghe», ha precisato il banchiere leader dell’Associazione. Quindi il sentiero è stretto per negoziare i prestiti di chi è in difficoltà, «è necessario un cambiamento delle regole rigide, troppo rigide» dell’Eba, in quanto il catenaccio dell’Autorità con sede a Parigi fa scattare la regola dell’1%. In sostanza, quando una banca avvia una ristrutturazione del debito (nei confronti di un debitore che ha o avrà difficoltà nel far fronte ai propri impegni finanziari), va confrontato il nuovo piano di ammortamento con il piano originario: se la differenza tra i due piani si riduce di oltre l’1%, scatta la riclassificazione in default del debitore. L‘istituto è allora costretto a fare accantonamenti che impattano sul conto economico e la posizione del cliente rischia di essere classificata tra i crediti deteriorati, con un marchio simile a uno stigma che limita l’accesso al nuovo credito da parte del debitore.


L’ACQUISTO PRIMA CASA
Qualche numero per circoscrivere il fenomeno. Le famiglie indebitate, in Italia, secondo uno studio della Fabi, sono 6,8 milioni, pari a circa il 25% del totale: di queste, 3 milioni e mezzo hanno un mutuo per l’acquisto di una casa. Per quanto riguarda i nuovi mutui, le rate di quelli a tasso fisso sono destinate a raddoppiare nel corso del 2023, mentre per quelli a tasso variabile il “rimborso” mensile dovrebbe salire del 60-70%. Infine quanto ai vecchi mutui nessuna differenza per quelli a tasso fisso, mentre le rate di quelli a tasso variabile hanno subito aumenti fino al 75%. Il valore complessivo dei mutui per l’acquisto di abitazioni ammontava, a fine aprile 2023, a 425,5 miliardi, in crescita di circa 50 miliardi rispetto a fine 2017 (+13,4%).


Il titolare di via XX Settembre ha difeso la posizione italiana nei negoziati in Europa sul pacchetto banche e sulla revisione della governance. «L’approccio olistico o cosiddetto a pacchetto che comprende anche la revisione del patto di crescita e stabilità evocato nel dibattito sul Mes», ha sottolineato Giorgetti, «non rappresenta una tattica negoziale ma una logica esigenza di natura strategica» per gli interessi nazionali. 
Il ministro ha ricordato che sul tavolo che affronta la modifica del meccanismo di gestione delle crisi bancarie, l’Italia sarebbe favorevole ad aumentare la capacità di utilizzo degli schemi di garanzia nazionali per evitare le crisi. Importante anche «una calibrazione più proporzionata» dei requisiti Mrel per le banche che non accedono ai mercati dei capitali. 
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA