Pensioni 2024, cosa cambia da gennaio: rivalutazione, conguagli e aumenti: le simulazioni

Per il 2024, l'aumento delle pensioni per adeguamento al costo della vita è del 5,4%. Tale percentuale verrà applicata in misura piena solo a quegli assegni che a dicembre 2023 non superano i 2.272 euro lordi mensili, ossia quattro volte il trattamento minimo Inps, che è pari a 567,94 euro

Pensioni gennaio, dal 3 il primo assegno del 2024. Rivalutazione, conguagli e aumenti: le simulazioni
Pensioni gennaio, dal 3 il primo assegno del 2024. Rivalutazione, conguagli e aumenti: le simulazioni
Domenica 24 Dicembre 2023, 16:18 - Ultimo agg. 27 Dicembre, 14:37
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Pensioni di gennaio 2024, tutte le informazioni su date e importi. Nel prossimo cedolino l'Inps erogherà su ogni trattamento l’aumento previsto dalla rivalutazione, lo strumento con cui gli importi vengono adeguati al costo della vita. Gli importi non subiranno aumenti inaspettati, perché nella rivalutazione sono considerati gli importi lordi e quindi, al netto delle tasse, il netto non sarà alto quanto le cifre indicate. 

Il cedolino

Il cedolino della pensione, accessibile tramite servizio online, è il documento che consente ai pensionati di verificare l’importo erogato ogni mese dall’Inps e di conoscere le ragioni per cui tale importo può variare. Il pagamento di gennaio avverrà con valuta 3 gennaio.

Le date e il calendario

Il pagamento delle pensioni è solito avvenire dal primo giorno del mese. Tuttavia il primo gennaio è un giorno festivo, e per questo motivo si incomincerà ad erogare le cifre a partire dal primo giorno bancabile, ossia mercoledì 3 gennaio 2024.

Anche i pagamenti previsti per sabato 6 gennaio sliterranno a lunedì 8 gennaio. Agli uffici postali si segue il consueto calendario dei pagamenti suddiviso per ordine alfabetico in base al cognome del pensionato: mercoledì 3 gennaio dalla A alla B; giovedì 4 gennaio dalla C alla D; venerdì 5 gennaio dalla E a alla K; lunedì 8 gennaio dalla L alla O; martedì 9 gennaio dalla P alla R; mercoledì 10 gennaio dalla S alla Z

Indice di rivalutazione definitivo

L’aumento di perequazione automatica, già attribuito dal 1° gennaio 2023 in via provvisoria nella misura dello 7,3 %, è stato determinato in via definitiva nella misura dell’8,1%. Il relativo conguaglio, pari allo 0,8 %, è stato già applicato sulla rata di pensione del mese di dicembre 2023.

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Gli aumenti

Per il 2024, l'aumento delle pensioni per adeguamento al costo della vita è del 5,4%. Tale percentuale verrà applicata in misura piena solo a quegli assegni che a dicembre 2023 non superano i 2.272 euro lordi mensili, ossia quattro volte il trattamento minimo Inps, che è pari a 567,94 euro. Per le pensioni fino a quattro volte il minimo è l'indicizzazione è piena (5,4%), ciò non vale per tutte le altre. Come riporta nel dettaglio il portale Pmi.it, la percentuale si riduce man mano che l'importo della pensione cresce: 4,6% fra 4 e 5 volte il minimo (2.840 euro); 2,9% tra 5 e 6 volte il minimo (3.308 euro); 2,5% tra 6 e 8 volte il minimo (4.544 euro); 2% fino a 10 volte il minimo (5.679 euro); 1,2% oltre 10 volte il minimo (5.680 euro)

Rinnovo delle pensioni

L'Inps ha comunicato che sono state effettuate le operazioni di rinnovo delle pensioni per l’anno 2024. L’indice provvisorio di rivalutazione delle pensioni per il 2024 è pari al 5,4%. Le prestazioni di accompagnamento a pensione (assegni straordinari, isopensione, indennità di espansione, APE sociale) non vengono rivalutate poiché non hanno natura di prestazione pensionistica. Le operazioni di rinnovo possono aver generato conguagli a credito o a debito a vario titolo relativi all’importo di pensione erogato nell’anno 2023. Questi importi sono stati riportati nel cedolino di pensione del mese di gennaio 2024 con la descrizione “Conguaglio Pensione da Rinnovo”.

Le trattenute

È stato effettuato il ricalcolo a consuntivo delle ritenute erariali relative al 2023 (IRPEF e addizionale regionale e comunale a saldo) sulla base dell’ammontare complessivo delle sole prestazioni pensionistiche erogate dall’Inps. Laddove le trattenute siano state effettuate in misura inferiore rispetto a quanto dovuto su base annua, le differenze a debito saranno recuperate, come di consueto, sulle rate di pensione di gennaio e febbraio 2024 anche con azzeramento dell’importo di pensione in pagamento, nel caso in cui le imposte siano risultate pari o superiori all’importo del rateo mensile in pagamento. 

I conguagli

Nel solo caso di pensionati con importo annuo complessivo dei trattamenti pensionistici fino a 18mila euro, per i quali il ricalcolo dell’IRPEF ha determinato un conguaglio a debito di importo superiore a 100 euro, la rateazione viene estesa fino alla mensilità di novembre (articolo 38, comma 7, legge 122/2010).

Per quanto riguarda le prestazioni fiscalmente imponibili, inoltre, a decorrere dal rateo di pensione di gennaio, oltre all’IRPEF mensile, vengono trattenute le addizionali regionali e comunali relative al 2023. Queste trattenute sono infatti effettuate in undici rate nell’anno successivo a quello cui si riferiscono. Le somme conguagliate verranno certificate nella Certificazione Unica 2024. Le prestazioni di invalidità civile, le pensioni o gli assegni sociali, le prestazioni non assoggettate alla tassazione per particolari motivazioni (detassazione per residenza estera, vittime del terrorismo) non subiscono trattenute fiscali.

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