Intesa Sanpaolo avvia la nomina di Francesco Profumo verso la presidenza di Fideuram, tassello propedeutico per una possibile indicazione al vertice di Abi, dove la partita è aperta perchè non ci sarebbe alcun accordo tra le grandi banche: rispetto alle indiscrezioni, in alcuni colloqui delle ultime ore fra l’ad di Unicredit Andrea Orcel, il presidente di Bpm Massimo Tononi, il presidente di Mps Nicola Maione e qualche altro banchiere, ci sarebbe una visione comune su come procedere. «Non ho ancora incontrato Carlo (Messina, ndr) - avrebbe riferito il banchiere romano ai colleghi - quindi non ho discusso nè condiviso scelte su singoli candidati ma sono pronto a concordare tra tutti una linea comune attraverso un processo aperto a varie candidature, senza veti pregiudiziali e opzioni di partenza». Quindi Unicredit, Bpm e Mps sarebbero favorevoli a considerare una conferma di Antonio Patuelli, nonostante cinque mandati e mezzo ricoperti che potrebbero suggerire un cambiamento oppure convergere su un altro nome.
L’ART 14 PER LA NOMINA
Comunque oggi c’è il cda di Intesa Sp che per prassi collaudata finora, procede alle designazioni delle controllate al 100% come Fideuram: secondo l’art. 14 dello statuto di Fideuram, è il consiglio della controllata a nominare il presidente e i vice.
Questi i nuovi assetti all’interno di Intesa Sanpaolo che si incrociano con il rinnovo del vertice Abi da formalizzare all’assemblea del 9 luglio. Le designazione verranno fatte dall’esecutivo del 29 maggio e dal consiglio del 30 maggio.
Giochi ancora aperti. Tramontata l’ipotesi-compromesso di confermare Patuelli a fronte di un ricambio di altre poltrone. Sul tavolo varie candidature: Patuelli, Profumo, Gian Maria Gros-Pietro, presidente di Ca’ de Sass, economista di rango e autorevolezza e qualche eventuale altro nome: qualcuno propone Maione, professionista di qualità, ben visto dal governo. In mezzo a tante ipotesi i grandi banchieri vogliono mantenere l’unità nel consorzio per evitare tensioni che potrebbero portare a un’uscita di Intesa verso Confindustria che è una eventualità temuta tra le grandi banche ma smentita da Ca’ de Sass. Nelle prossime settimane si intensificheranno i colloqui, a partire da domani.