Abi-Tesoro, sui mutui a tassi variabili spunta la rinegoziazione delle rate

Si cerca la soluzione per i prestiti in bonis per quelli già in default. Il Mef deve trattare con Eba regole meno rigide

Abi-Tesoro, sui mutui a tassi variabili spunta la rinegoziazione delle rate
Abi-Tesoro, sui mutui a tassi variabili spunta la rinegoziazione delle rate
di r. dim.
Giovedì 13 Luglio 2023, 22:52 - Ultimo agg. 15 Luglio, 11:06
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«Indispensabile e urgente l’allungamento della durata dei mutui a tasso variabile per aiutare le famiglie in difficoltà». La sferzata del Ministro Giancarlo Giorgetti all’assemblea Abi dei giorni scorsi, prontamente raccolta dalle banche come invito a individuare una soluzione, trova il muro delle regole Eba che potrà essere superato solo dal Mef per i debitori già in ritardo. Ma l’Abi vuole anticipare il problema. E ieri mattina nel primo incontro tecnico, promosso dal Tesoro in via XX Settembre con l’Abi - le due delegazioni erano guidate da Stefano Varone e Stefano Cappiello per il ministero, Giovanni Sabatini e Gianfranco Torriero per l’Associazione -, si è convenuto sulla necessità di valutare tutte le possibili iniziative da assumere per trovare soluzioni che vengano incontro alle esigenze dei clienti che hanno il contratto di mutuo a tasso variabile. La più ovvia è quella di allungare la durata del prestito in modo da abbassare la rata anche se i tempi più lunghi provocano l’aumento degli interessi con tutte le conseguenze anche negative a carico dei mutuatari (clienti) e banche a causa delle rigide strettoie dell’Eba. Le parti hanno stilato un calendario di prossime riunioni del tavolo a partire da lunedì prossimo. 

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Nell’incontro è stato sottolineato come l’Abi abbia già diffuso nei giorni scorsi un Memorandum che ricorda tutte le misure già oggi disponibili e attive che consentono ai clienti in regola con il pagamento delle rate, di modificare le condizioni del mutuo a tasso variabile.

E si è rimarcato  come per venire incontro a chi non è in regola con i pagamenti delle rate, occorra urgentemente aprire un dialogo con le istituzioni europee sulle norme dell’autorità bancaria europea Eba che, come da mesi l’Abi ripete, costituiscono un ostacolo insormontabile alla possibilità delle banche di offrire misure di sostegno alle famiglie in difficoltà con i pagamenti. Dal Tesoro, interpellato, nessun commento.

LA TAGLIOLA

La regolamentazione di vigilanza prevede che, qualora le banche concordino con il cliente una modifica delle condizioni di rimborso del finanziamento, le stesse debbano provvedere alla rivalutazione del merito creditizio del debitore e valutare la sua situazione finanziaria. Inoltre, qualora la modifica del piano di rimborso comporti per la banca una perdita di oltre 1% delle entrate previste dal contratto originario in termini attuali netti, il debitore dovrà essere classificato in insolvenza, cioè diventa un “cattivo pagatore”. Con la conseguenza di non poter più accedere al canale creditizio. Questo punto viene sollevato dai vertici Abi sin dal 2015. E ieri i rappresentanti delle banche lo hanno ribadito nuovamente al Mef affinché se ne faccia carico con urgenza se si vuole davvero aiutare i clienti in ritardo con il pagamento delle rate. Ma da parte di Palazzo Altieri c’è l’intenzione di concordare misure preventive che possano evitare l’insorgere di ritardi nei pagamenti delle rate. Come? Costruendo una forma di rinegoziazione nella modalità dell’allungamento del mutuo, senza ricorrere a un nuovo contratto. Si pensa a una cornice nella quale coinvolgere le banche.

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