Gas russo, l'Italia spinge sui rigassificatori: cosa fanno, come funzionano dove potrebbero essere costruiti i nuovi impianti

Gas russo, l'Italia spinge sui rigassificatori: cosa fanno, come funzionano dove potrebbero essere costruiti i nuovi impianti
Gas russo, l'Italia spinge sui rigassificatori: cosa fanno, come funzionano dove potrebbero essere costruiti i nuovi impianti
di Giampiero Valenza
Sabato 26 Marzo 2022, 12:01 - Ultimo agg. 27 Marzo, 10:53
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Tre, oggi, sono i rigassificatori italiani. Il presidente del Consiglio Mario Draghi ha già spiegato che la volontà del Governo è di acquistarne altri due e di aprirli al largo delle coste italiane. Ma a cosa serve una struttura del genere? L’impianto permette di riportare un gas dallo stato fluido a quello gassoso. Per trasportarlo da una parte all’altra del mondo, infatti, il gas viene liquefatto per fare in modo che abbia un minor volume all’interno dei serbatoi. Non va confuso con il gassificatore, invece, che è tutt’altro impianto: ricava gas (anche dai rifiuti) per la produzione di energia.

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Rigassificatori: cosa fanno, come funzionano e dove potrebbero essere costruiti

Nel rigassificatore arriva il Gnl, il Gas naturale liquefatto.

Una volta estratto dal sottosuolo, viene raffreddato fino a -162 °C. Questo gli permette di liquefarsi, tagliando di circa 600 volte il proprio volume. Da qui viene messo nelle metaniere, navi in grado di trasportarlo.

I rigassificatori attivi sono in Adriatico, nel Tirreno e nel Mar Ligure. Il più grande è largo di Rovigo, di Adriatic Lng (società di Exxonmobil, Qatar Petroleum e Snam), che ha una capacità di 8 miliardi di metri cubi ogni anno, il 10% del fabbisogno del Paese. L’azienda si è detta già pronta ad arrivare a 9 miliardi di metri cubi trattati.

A Panigaglia, in provincia della Spezia c’è invece l’impianto di Snam, che produce 2 miliardi di metri cubi all’anno. È l’unico in Italia sulla terraferma. Qualche chilometro più a Sud, a Livorno c’è il terzo, gestito da Olt (una partecipata di Snam) e che produce 3,7 miliardi di metri cubi di gas.

Secondo quanto ha spiegato qualche giorno fa il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani in Senato, i rigassificatori producono oggi, indicativamente, circa il 13% del gas italiano per 9,8 miliardi di metri cubi e «potrebbero arrivare a circa 16 miliardi: notoriamente i rigassificatori non funzionano al 100%» tutto l’anno, «quindi c’è margine, eventualmente, per aumentare la loro produzione».

Dove si vogliono costruire nuovi rigassificatori?

Diversi progetti sono in corso per costruire nuovi impianti per il trattamento del Gnl. In ballo ci sono Gioia Tauro (Reggio Calabria), ma anche Piombino (Livorno), Porto Empedocle (Agrigento), Falconara Marittima (Ancona). Come ha spiegato il ministro della Transizione ecologica, le soluzioni mobili e galleggianti permetterebbero «già per metà di quest’anno» di entrare in funzione.

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