I ministri dell’Economia e delle Finanze Ue si rivedono oggi in videocall. Sul tavolo ancora le sanzioni a Mosca, con la prevista esclusione selettiva di alcune banche russe dal sistema dei pagamenti internazionali Swift, “l’arma nucleare” concordata con gli altri partner del G7 e quasi pronta per essere resa operativa. Nella lista circolata a sera, prima dell’inizio di una nuova riunione degli ambasciatori dei 27 per superare le divergenze con gli Stati dell’Est Europa che chiedevano un blackout totale, erano sette le banche nel mirino: Vtb Bank (che ha cominciato a liquidare le sue posizioni in metalli, oro compreso), Bank Rossiya, Bank Otkritie, Novikombank, Promsvyazbank, Sovcombank e Veb.rf. Fuori dall’obiettivo sarebbe per ora Gazprombank, principale pagatore del gas russo.
Tutto ciò contribuisce a mettere in allarme rosso il sistema finanziario e bancario russo, in conseguenza delle sanzioni Ue.
Non è finita qui perché i coefficienti di adeguatezza patrimoniale, cioè la solidità degli istituti a settembre scorso avevano superato il tetto minimo del 12,6%, ma il rapporto tra capitale di classe 1 regolamentare (cioè l’equity puro senza strumenti ibridi) e attività ponderata per il rischio nel sistema, si attestava al 9,76%, che è un cuscinetto inadeguato per assorbire la svalutazione attesa degli asset e perdite della crisi di oggi.
IL CROLLO
Al 31 dicembre la quota aggregata delle banche partecipate dal governo o dalla CBR era del 73%. Sberbank e Bank VTB sono le due maggiori banche in termini di attività, con quote di mercato rispettivamente del 32% e del 16%. L’indice dalla Borsa di Mosca ha perso il 24 febbraio il 33,24%% rispetto al 22. Le garanzie verso i non residenti costituisce solo l’8% dei depositi mentre nel settore privato i depositi in valuta estera sono crollati dal 18% del 2020 al 2,6% del 2021. Pertanto, la “dollarizzazione” dei depositi è diminuita e quelli in valutare estera rappresentavano il 23% del totale del settore privato a dicembre scorso (27% delle imprese contro il 20% delle famiglie), in calo rispetto al 26% del 2020. I sostegni dall’estero degli istituti di Mosca sono aumentati dal 10,5% del 2020 al 13,5% del 2021, con una percentuale modesta sulla raccolta (9,4%).
Le banche di proprietà straniera rappresentavano il 10% del totale attivi a fine 2021 e le banche locali di proprietà privata rappresentavano il 17%. Il numero di istituti operanti in Russia è diminuito gradualmente negli ultimi anni a 335 nel 2021 (erano 1.000 nel 2010).
LA PRESENZA ESTERA
Le banche estere sono scese a 65 unità, dalle 74 del 2019. Tra le 10 banche più grandi per totale attivo, l’unica banca estera è Raiffeisen Bank Russia (19,6 miliardi di dollari nel 2020, al 9° posto), con Unicredit ( 17,3 miliardi di dollari, 11°) e Citibank (9,2 miliardi di dollari, 16°).
Intanto S&P ha abbassato i rating a lungo e a breve termine a Raiffeisenbank Ao, Unicredit Bank Ao, Gazprombank Jsc, Alfa-Bank Jsc e la sua holding Abh Financial a seguito del downgrade sulla Russia. Moody’s ha acceso il faro su 16 gruppi finanziari per un possibile downgrade, Visa e Mastercard hanno congelato le transazioni. A beneficiarne sono stati i Bitcoin che hanno continuano la loro marcia, per il secondo giorno consecutivo, e sono saliti del 13%.