Statali fragili, smart working, proroga di tre mesi in arrivo: ecco fino a quando

I costi maggiori per l’intervento nel settore della scuola, dove sarà necessario sostituire i docenti in cattedra

Smart working, proroga di tre mesi in arrivo per gli statali fragili: governo punta all'estensione fino al 31 marzo
Smart working, proroga di tre mesi in arrivo per gli statali fragili: governo punta all'estensione fino al 31 marzo
di Francesco Bisozzi
Sabato 9 Dicembre 2023, 00:28 - Ultimo agg. 12:51
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I fragili della Pubblica amministrazione non saranno lasciati indietro. Il governo sta lavorando a un proroga, fino al 31 marzo, del diritto allo smart working agevolato per i dipendenti pubblici che soffrono di determinate patologie e che, in virtù di queste, sono considerati particolarmente a rischio. Diritto in scadenza alla fine di questo mese. Sullo sfondo c’è il Covid e le sue nuove varianti, che hanno ripreso a mietere contagi. In corso riunioni nei ministeri interessati per individuare le modalità con cui calare a terra la proroga. 

Smart working, proroga fino al 31 marzo 2024 per genitori di figli under 14. Vale per i lavoratori privati. Pd: «Niente proroga per i fragili»

L’intervento in preparazione punta a evitare disparità di trattamento tra pubblico e privato.

Per quanto riguarda il privato, infatti, la commissione Bilancio del Senato ha dato semaforo verde nei giorni scorsi a un emendamento delle opposizioni che estende, per genitori di minori under 14 e fragili, il diritto al lavoro agile nelle aziende.  Nella Pa l’accesso allo smart working per i lavoratori con figli piccoli deve essere previsto dai Piao, i piani di organizzazione del lavoro, delle singole amministrazioni, quindi la proroga in forno non farà presa su questa categoria di dipendenti. A beneficiarne saranno solo i super fragili. Il lavoro agile semplificato per i fragili nella Pa, spiegato in parole semplici, prevede che non siano necessari accordi individuali con il dirigente incaricato per accedervi. Nel complesso sarebbero poco meno di un milione i dipendenti, del pubblico e del privato, considerati fragili. Nel privato funziona così: hanno diritto al lavoro agile tutti i lavoratori che, sulla base delle valutazioni dei medici competenti, sono più esposti a rischio di contagio dal Covid, in ragione dell’età o della condizione di rischio derivante da immunodepressione, da esiti di patologie oncologiche o dallo svolgimento di terapie salvavita o comunque da comorbilità che possano caratterizzare una situazione di maggiore rischio, accertata dal medico competente. Nel pubblico invece fa da bussola il decreto interministeriale (Pa, Salute e Lavoro) del febbraio del 2022, che fissa il perimetro delle patologie di cui deve soffrire uno statale per avere accesso alla corsia preferenziale che porta allo smart working. Sono considerati fragili i dipendenti pubblici con una marcata compromissione della risposta immunitaria o in attesa di un trapianto d’organo. Stesso discorso per le persone affette da una patologia oncologica o onco-ematologica in trattamento con farmaci immunosoppressivi e mielosoppressivi, o che è a meno di sei mesi dalla sospensione delle cure. Fanno parte della categoria dei fragili anche i lavoratori che soffrono di tre o più patologie tra cardiopatia ischemica, fibrillazione delle arterie, scompenso cardiaco, ictus, diabete mellito, bronco-pneumopatia ostruttiva cronica, epatite cronica e obesità.

IL PERIMETRO

Peraltro, il perimetro disegnato dal decreto del 2022 è stato definito troppo “stretto” dai partecipanti ai gruppi aperti sui social dai fragili della Pa, dove in tanti chiedono un allentamento dei parametri fissati ormai due anni fa.  Il diritto al lavoro agile per i super fragili della Pa, dall’inizio della pandemia in poi, è stato prorogato a più riprese. L’ultimo rinvio, fino al 31 dicembre di quest’anno, risale a settembre. Nel pubblico, però, a differenza del privato, servono risorse per estendere il lavoro agile agevolato per i fragili, soprattutto nella scuola dove questo tipo di intervento si traduce nella necessità di assumere un altro insegnante per sostituire quello impiegato, per ripiego, su attività da remoto. Nella scuola attualmente il personale docente che svolge la prestazione a distanza si occupa di attività di supporto all’attuazione del Piano triennale dell’offerta formativa.

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