Un caffè con il Csf live: la pasta a regola d'arte

Il forum del Mattino dedicato alle grandi aziende campane

La locandina dell'evento
La locandina dell'evento
Venerdì 21 Luglio 2023, 07:10 - Ultimo agg. 17 Aprile, 14:27
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La pasta è uno dei simboli più chiari e universali della italianità, anche se non sempre è stata trattata come si deve. Dagli appellativi di «macaroni» e «mangiaspaghetti» rifilati ai nostri emigrati, al comandamento futurista di Filippo Tommaso Marinetti, che propugnava nientemeno che «l'abolizione della pastasciutta, assurda religione gastronomica italiana». 

Ma chi ha inventato la pasta? Non è facile rispondere a questa domanda, quel che è certo è che già i Romani e i Greci conoscevano l'antenata della lasagna, la lagana, sottili sfoglie di pasta farcite con carne e cotte in forno. In una tomba Etrusca di Cerveteri è stato addirittura trovato tutto il necessario per tirare una buona sfoglia.
Per trovare qualcosa di più simile alla nostra pasta occore volare al 1154 in Sicilia, a Palermo era prodotta la Triyah, un cibo di farina in forma di fili, per poi essere trasportata in botti verso mete lontane...

Insomma, un fatto è certo: la pasta in Italia era conosciuta ben prima del 1295, anno del ritorno di Marco Polo dalla Cina e del suo contatto con gli spaghetti cinesi. 

La produzione della pasta, nel frattempo, iniziò a risalire lo stivale, spostandosi in tutta l'Italia meridionale e in Liguria, laddove il clima secco e ventilato ne favoriva l'essiccazione all'aria aperta: Gragnano e Torre Annunziata, ma anche la Puglia. Ma la pasta, benché diffusa, non era ancora una pietanza di massa. Lo diventerà solo nel '600, quando una spaventosa carestia colpì il Regno di Napoli dominato dagli Spagnoli. I consumi di carne e di pane crollarono. Fu così che la popolazione si rivolse alla pasta, che i produttori resero più a buon mercato grazie a una rivoluzione tecnologica: l'invenzione della gramola, del torchio e della trafila.  Già nel XVIII secolo i Napoletani si guadagnarono l'appellativo di “mangiamaccheroni” (epiteto già riservato ai Siciliani). Proprio in quegli anni, a Napoli, venne inventata l'inseparabile compagna della pasta, la salsa di pomodoro. “I maccheroni sono cotti e noi li mangeremo”, scriverà Cavour alla vigilia dell'annessione del Regno delle Due Sicilie. Ma saranno loro, in realtà, a conquistare il cuore di tutta Italia.

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E dopo aver parlato dell'oro rosso campano, della sua inseparabile compagna, la pasta, regina della Cucina Italiana, parleremo venerdì 21 aprile, in una speciale puntata di un Caffé con il CSF.
Fulvio Scarlata de Il Mattino e Tommaso Marrone di CSF Centro Servizi e Formazione srl, ne parleranno con:
🍝 Giuseppe Di Martino - Amministratore Delegato del Gruppo Di Martino
🍝 Emidio Mansi - Global Marketing Director del Pastificio Lucio Garofalo
🍝 Giuseppe Vacca - Export Commercial Director del Pastificio Liguori
🍝 Margerita Foglia - Brand Manager di pastificio dei Campi
🍝 Giancarlo Caiazzo - ceo di Industrie Alimentari Sedica e Antica Maccheroneria

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