Confindustria: con le Zes il Mezzogiorno diventa la piattaforma logistica europea

L'appello al ministro Fitto perché dedichi «la massima attenzione ad uno strumento così importante per lo sviluppo del Meridione»

Il vicepresidente di Confindustria Vito Grassi
Il vicepresidente di Confindustria Vito Grassi
di Nando Santonastaso
Venerdì 24 Febbraio 2023, 07:00 - Ultimo agg. 25 Febbraio, 09:22
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L'ultima autorizzazione in ordine di tempo riguarda la Zes Abruzzo. In soli quattro mesi, un'azienda di Chieti che produce apparecchi in pressione per vari comparti energetici, ha avuto l'ok dal Commissario di governo per realizzare un investimento destinato ad accrescere l'occupazione e gli sbocchi di mercato. È l'ulteriore conferma di quanto la sburocratizzazione garantita dallo Sportello unico, che abolisce 34 passaggi procedurali, abbia permesso alle Zone economiche speciali di diventare ben più attrattive e concrete di quanto in passato si poteva immaginare. Da mesi il numero delle aziende che operano nel Mezzogiorno o che vorrebbero investirvi è in crescita e aumenta la speranza che i contatti avviati da gruppi industriali stranieri possano trasformarsi in richieste di insediamento vere e proprie. Facile dunque capire perché da tempo a sostegno del ruolo delle Zes per lo sviluppo del Mezzogiorno sia scesa in campo Confindustria, in particolare con il vicepresidente Vito Grassi che presiede il Consiglio delle Rappresentanze regionali e ha la delega specifica dell'associazione per le Politiche di coesione. Sua l'iniziativa che ieri ha visto a viale dell'Astronomia un proficuo incontro con Pasquale Lorusso, vicepresidente di Confindustria per l'Economia del Mare, e Giuseppe Romano, Commissario straordinario di governo delle Zes Campania e Calabria, e coordinatore dei Commissari delle 8 Zone speciali.

È stata l'occasione per riconfermare «la totale convergenza» sull'importanza strategica delle Zes: «Rappresentano uno strumento imprescindibile per coniugare sviluppo produttivo e logistico del Sud e imprimere impulso agli investimenti pubblici e privati, trasformando il Mezzogiorno in una piattaforma logistica europea al centro del Mediterraneo», recita il documento diffuso al termine della riunione. 

Non sono parole annunciate o scontate. L'obiettivo di Confindustria, è infatti quello di rendere «permanente la collaborazione con le Istituzioni per condividere esperienze e valutazioni sulle opportunità e le criticità legate al funzionamento delle Zes». Di qui un'esplicita richiesta al ministro per gli Affari europei, il Sud, le Politiche di coesione e il Pnrr, Raffaele Fitto, perché dedichi «la massima attenzione ad uno strumento così importante per lo sviluppo del Meridione, dando seguito al dialogo già avviato».

Fitto è già stato molto sollecito, d'intesa con la premier Giorgia Meloni e il ministro delle Finanze Giancarlo Giorgetti, a confermare il credito d'imposta per le Zes nell'ambito della legge di Bilancio, prorogando di un anno la misura in scadenza a fine 2022 unitamente a quelle relative al Bonus Sud per l'acquisto di macchinari da parte delle imprese meridionali e al credito d'imposta per la ricerca, sempre in chiave Sud.

Un segnale importane che ora, sollecita Confindustria, va irrobustito in un confronto costante che garantisca l'ulteriore accelerazione delle Zes e la piena condivisione degli obiettivi sul loro futuro, potendo le Zone speciali contare anche sui 630 milioni per opere infrastrutturali previsti dal Pnrr. 

«Le Zes rappresentano un volano potenziale di sviluppo per il Mezzogiorno, ma anche uno strumento che incentiva la collaborazione pubblico-privata. È stato proprio il lavoro congiunto tra Istituzioni, Sistema Confindustria e Commissari Straordinari Zes a favorire il consolidamento del quadro normativo, che rende ormai le Zone economiche speciali finalmente operative e in grado di sostenere l'insediamento e lo sviluppo delle imprese al Sud commenta Grassi -. Per questi motivi, l'auspicio di Confindustria è di intensificare il confronto con il ministro Fitto e proseguire nel ruolo di affiancamento e consolidamento del ruolo delle Zes, di supportarle nel fare rete tra di loro e con gli stakeholder e, in ultima analisi, di contribuire in maniera attiva e produttiva alla crescita del Mezzogiorno e alla riduzione dei divari territoriali». Senza dimenticare, osserva Lorusso, che «le Zes rappresentano uno strumento privilegiato per sviluppare e potenziare l'Economia del Mare, in particolare nel Mezzogiorno che, con oltre il 45% del totale delle imprese e un terzo del totale degli addetti, ha un ruolo strategico per la crescita dell'intero Paese. Per ogni euro investito nell'Economia del Mare, infatti, si arriva mediamente ad attivarne quasi il doppio». Ben venga dunque la sinergia con Confindustria, osserva Romano, anche perché «è fondamentale nel percorso di attrazione di investimenti che passa anche attraverso l'attenta opera di informazione che congiuntamente poniamo in essere». 

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