Export, decolla il Sud con agricoltura e moda

Eccellenti i primi nove mesi del 2022 per mozzarella campana e ortofrutta Bari

La produzione di pasta
La produzione di pasta
di Nando Santonastaso
Martedì 14 Febbraio 2023, 22:50 - Ultimo agg. 16 Febbraio, 07:49
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Non solo la Mozzarella di bufala campana Dop, protagonista della crescita produttiva più alta in Italia tra i formaggi Dop degli ultimi 6 anni. Dietro il forte rimbalzo dell’export dei distretti industriali del Mezzogiorno nei primi 9 mesi del 2022 (+24,4% nel solo terzo trimestre rispetto al +14% della media Italia) c’è molto altro dell’agroalimentare made in Sud. In termini di valore economico fanno 844 milioni di euro in più, che corrispondono ad un aumento del 24,4% rispetto ai primi nove mesi del 2021.

Il distacco, spiega il Monitor dei distretti del Mezzogiorno, curato dal gruppo Intesa Sanpaolo, risulta ancora più ampio nel confronto con il 2019 (+1,25 miliardi di euro, pari a +40,8%). Dei 15 distretti appartenenti a questo macrosettore, ben 14 hanno chiuso i primi nove mesi del 2022 con livelli di export superiori al periodo pre-Covid.

Parlare di sorpresa può apparire esagerato considerato che in questo comparto i numeri positivi sono di casa ormai da tempo e procedono ormai di pari passo con un innegabile aumento della qualità dei prodotti e della domanda.

Ma è il trend che si consolida a far guardare al futuro con un certo ottimismo, considerati gli incrementi di esportazione monitorato da Intesa Sanpaolo (unica eccezione le conserve del Foggiano): le migliori performances riguardano l’Ortofrutta del Barese (+144 milioni di euro rispetto ai primi nove mesi 2021 e +202 milioni sullo stesso periodo 2019), «soprattutto grazie alle vendite a corto raggio in Germania, Spagna, Regno Unito e Francia». 

Crescono a doppia cifra anche le esportazioni di Pasta di Fara, in provincia di Chieti (+42% rispetto al periodo gennaio-settembre 2021), Alimentare napoletano (+42%), Olio e pasta del Barese (+40%), Vini e liquori della Sicilia occidentale (+29%), Conserve di Nocera (+24%), Alimentare di Avellino (+22%), Caffè e confetterie del Napoletano (+18%) e Agricoltura della Piana del Sele (12%) e Vini di Montepulciano d’Abruzzo (+10%). Risultano in crescita anche le esportazioni dell’Ortofrutta di Catania (+5%) e del Lattiero-caseario sardo (+0,1%), con la Mozzarella di bufala campana dop al +28%.

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Agroalimentare sugli scudi ma l’export meridionale mostra segnali di vitalità e di rinnovata competitività anche in altri settori e in quasi tutte le regioni (solo la Sardegna è in ritardo). Non va comunque dimenticato che la crescita complessiva delle esportazioni nei primi 9 mesi nel Sud (oltre cioè a quelle legate ai distretti industriali) non supera il 16% del totale Italia, come rilevato dall’Istat a dicembre (tutte le altre macroaree hanno percentuali maggiori). Incoraggiano la speranza la ripartenza del settore Moda, con un rimbalzo del 25,1% rispetto ai primi nove mesi del 2021 (corrispondente ad un aumento dell’export in valore di 200 milioni di euro); dell’Abbigliamento napoletano (+51 milioni di euro) e delle Calzature napoletane (+36 milioni di euro). Il Monitor dei Distretti informa anche che «è stato colmato il gap con i livelli di export pre-pandemici (+0,2% rispetto ai primi nove mesi del 2019, pari ad un piccolo incremento di 2 milioni di euro). Si collocano su livelli superiori rispetto al pre-Covid quattro distretti su nove: le Calzature di Casarano (+35%), l’Abbigliamento del Barese (+13%), le Calzature del nord barese (+8%) e l’Abbigliamento nord abruzzese (+0,5%)». 

Segno più a due cifre pure per l’andamento dei distretti del sistema casa (+18,1% sul 2021), per il Mobile imbottito della Murgia (+18,1%), per la Meccatronica del Barese (il distretto che esporta di più tra quelli del Mezzogiorno) che però non è riuscito ancora a recuperare i livelli pre-pandemici, per effetto delle minori vendite di componentistica auto. Luci e ombre invece per l’export dei poli tecnologici del Sud: bene il polo Farmaceutico di Napoli (+16,3%) e il Distretto aerospaziale della Campania (+48,3%), male il Polo aerospaziale pugliese -14,1%), il Farmaceutico di Catania (-19,3%) e il Polo ICT dell’Aquila. 

In ogni caso, osserva Giuseppe Nargi, Direttore regionale di Intesa Sanpaolo per Campania, Calabria e Sicilia – i dati «confermano che l’economia meridionale è in ripresa e reagisce bene alle difficoltà. Grazie a noi, 739 aziende nelle tre regioni di riferimento si sono aggiudicate un bando del Pnrr. La nostra Banca continuerà a garantire tutti gli interventi necessari per consolidare questo andamento positivo, a partire dagli investimenti sostenibili per realizzare la transizione ambientale e digitale delle imprese. Supportiamo inoltre le filiere di prossimità: nelle tre regioni della mia Direzione Regionale abbiamo già favorito oltre 80 accordi di filiera che coinvolgono circa 1.250 fornitori per un giro d’affari di 6,5 miliardi. Inoltre, insieme con i commissari delle Zes, stiamo lavorando per attrarre capitali in queste aree».

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