Slitta lo sblocca-cantieri, lite M5S-Lega e Di Maio blinda Toninelli

Slitta lo sblocca-cantieri, lite M5S-Lega e Di Maio blinda Toninelli
di Marco Conti
Giovedì 14 Marzo 2019, 07:00 - Ultimo agg. 12:00
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«Squadra che vince non si cambia». Danilo Toninelli sinora è stato una garanzia per Matteo Salvini ed è quindi ovvio che il segretario della Lega neghi possa cambiare il ministro delle Infrastrutture dopo le elezioni Europee. Al responsabile di Porta Pia, cultore delle analisi costi-benefici che hanno bloccato anche i cantieri aperti, il Carroccio dovrebbe infatti fare un monumento per quanto ha contribuito a spostare consensi dal M5S alla Lega.
 
Tanto più se il decreto sblocca appalti - che il governo dovrebbe licenziare a inizio settimana - si trasformerà nell'ennesimo scippo alle competenze del ministro che ha già dovuto cedere a palazzo Chigi la cabina di regia sulle infrastrutture. In attesa della legge delega con la quale il governo dovrebbe modificare il codice appalti e ridimensionare i poteri dell'Anac, si cerca di velocizzare lo sblocco dei cantieri. Il problema è nelle mani del presidente del Consiglio che potrebbe portarlo in Cdm martedì o mercoledì della prossima settimana e seguirà il sopralluogo che premier e ministro faranno sul cantiere della Asti-Cuneo nel Piemonte della Tav. Novità sono attese su molti fronti, dalla progettazione semplificata, alla eliminazione del sorteggio delle aziende, al contenimento delle offerte al massimo ribasso. Tutto per rendere più veloce, ma tra il semplificare e lo sbloccare la distanza è ancora enorme soprattutto quando si ha a che fare con una serie di regole che, attribuendo pesanti responsabilità penali, civili ed erariali, spingono i funzionari della pubblica amministrazione ad evitare firme affrettate.

Per aggirare la complessa trame di norme, l'idea di cui si discute è quella di istituire la figura di un supercommissario che su ogni opera pubblica abbia lo stesso peso che a Genova ha il sindaco Bucci nella ricostruzione del ponte Morandi. O che hanno avuto i commissari per le grandi emergenze.

Poiché sembra difficile, oltre che oneroso, nominare un commissario per ogni opera pubblica, nel decreto sblocca-appalti spunta il super-commissario che non solo per Anna Maria Bernini, capogruppo di FI al Senato, «significa commissariare Toninelli», ma anche per il M5S. Ed infatti i grillini resistono e il decreto tanto atteso segna il passo, mentre aumenta il numero delle regioni che chiedono al ministro di «battere un colpo». Ieri è stata la volta del governatore siciliano Musumeci il quale sostiene che «da quattro mesi sono in attesa di risposte per affrontare la drammatica situazione della viabilità in Sicilia». Ma fermi sono un po' tutte le regioni, mentre il M5S tiene duro e non vuol perdere il controllo sugli appalti pubblici che sinora ha marcato stretto con Toninelli e il ministro dell'Ambiente Sergio Costa.

Malgrado il pressing della Lega, la soluzione sembra ancora lontana mentre Conte continua a incontrare le categorie imprenditoriali e sindacali di un settore che negli ultimi mesi è finito al tappeto. La materia è comunque complessa e Conte ieri sottolineava l'importanza della «sinergia tra i diversi attori in campo». «Siamo determinati a fare presto e bene», sottolinea il presidente del Consiglio nel tentativo di evitare l'ennesima gara tra Salvini e Di Maio a intestarsi il decreto.

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