Senzatetto dorme nel cassonetto della spazzatura, il camion lo preleva: morto dopo un mese di agonia

Clochard finisce nel camion dei rifiuti e muore un mese dopo: «Dormiva dentro uno dei bidoni»
Clochard finisce nel camion dei rifiuti e muore un mese dopo: «Dormiva dentro uno dei bidoni»
Sabato 27 Aprile 2019, 15:51 - Ultimo agg. 17:54
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Per contrastare il freddo, aveva deciso di dormire in mezzo ai rifiuti, all'interno di un grosso bidone in strada. Un senza fissa dimora di 47 anni, però, è finito direttamente nell'autocompattatore dei rifiuti, riportando ferite così gravi alle gambe da provocargli un'infezione che poi si è rivelata fatale.

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È quanto emerge dalle indagini per la morte di Russell Lane, un clochard che viveva a Rochester, nella regione inglese del Kent. L'incidente risale al gennaio del 2018, dopo una delle notti più fredde dell'anno. I netturbini avevano iniziato a svuotare i bidoni nell'autocompattatore, senza accorgersi della presenza del clochard, finito direttamente nell'autocompattatore. L'uomo aveva riportato ferite così gravi alle gambe che i medici avevano suggerito di amputarle per evitare complicazioni. Russell Lane, però, si era rifiutato e aveva sviluppato un'infenzione ad un'arteria, che lo ha stroncato dopo oltre un mese: la morte è sopraggiunta a metà febbraio, per un attacco cardiaco. Lo riporta l'Independent.

Una morte davvero assurda, quella del clochard, che non poteva non far partire un'indagine. I tre netturbini di turno quella mattina sono indagati e i giudici ora devono capire se da parte loro ci sia stata negligenza e se quell'incidente potesse essere negato. Uno di loro, Graham Bailey, ha spiegato: «Sappiamo che quei bidoni, così grandi, possono diventare ripari di fortuna per i senzatetto. Siamo addestrati per questo e in genere, prima di svuotarli, controlliamo tutto. Quella mattina avevo ispezionato l'interno e avevo visto solo rifiuti, poi ho battuto l'esterno del bidone con un bastone per precauzione, almeno tre o quattro volte».

Mentre il bidone veniva svuotato, anche Russell Lane è stato gettato nell'autocompattatore insieme ai rifiuti. Appena accortisi dell'incidente, i tre netturbini hanno attivato lo stop d'emergenza, ma era ormai troppo tardi per evitare le gravi ferite all'uomo. Le indagini hanno riguardato anche i medici, che però si sono difesi così: «Noi avevamo consigliato l'amputazione delle gambe, ma Russell Lane aveva detto di essere sicuro che Dio l'avrebbe protetto, rifiutandola. Una perizia aveva stabilito che era perfettamente capace di intendere e di volere, non potevamo obbligarlo a sottoporsi all'operazione». Lo conferma anche lo psichiatra che aveva assistito Russell Lane durante il ricovero in ospedale successivo all'incidente: «Anche se soffriva di stati di ansia e di delirio iperattivo, quell'uomo aveva una perfetta capacità mentale».

Russell Lane, 47 anni, prima di quell'incidente stava uscendo da un passato criminale e da un lungo periodo di tossicodipendenza, anche grazie alla fede cristiana. Lo hanno rivelato i familiari dell'uomo, che si era separato dalla compagna e madre della figlia da qualche tempo, finendo in strada ma tentando di rialzare la testa. Solo pochi mesi prima, racconta Kent Online, l'uomo era riuscito anche a laurearsi e ad ottenere la qualifica di operatore sociale.

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