Cassino, otte e punizioni alla ex: condannato a due anni

Cassino, otte e punizioni alla ex: condannato a due anni
di Vincenzo Caramadre
Martedì 16 Gennaio 2024, 09:33 - Ultimo agg. 25 Gennaio, 15:59
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Botte, minacce, vessazioni, ma anche punizioni e messaggi di morte sui social nei confronti dell'ex compagna: 45enne condannato a due anni e due mesi di reclusione. La sentenza è stata pronunciata nelle scorse ore dal tribunale di Cassino, dinanzi al quale è stato celebrato il processo per i reati di maltrattamenti e stalking. La vicenda che ha visto protagonista un'ex coppia di conviventi del cassinate risale alla fine del 2015 e il 2016 quando la donna (ora trentenne), stanca di subire gli atteggiamenti del suo compagno decide di denunciare la sua storia ai carabinieri. La giovane (assistita dall'avvocato Alessandro D'Ambrosio) ha raccontato di essere stata picchiata a calci e pugni, ma anche presa a schiaffi e minacciata. In qualche episodio sarebbe stata anche costretta a stare seduta sul divano, mentre lui parlava, sotto la minaccia di essere percossa. Ci sarebbero state anche conseguenze di salute per la giovane, allorquando colpita con un pugno alla schiena e a calci ripetuti su tutto il corpo. Oltre al reato di maltrattamento, il 45enne è stato anche processato per stalking. Al termine della relazione, avrebbe anche posto in essere atti persecutori, con messaggi ritenuti "ingiuriosi" e "minacciosi" tramite i social, via facebook e con la messaggistica istantanea Watsapp. In una occasione, in particolare, avrebbe ricordato alla donna che lui era quello che la vita la può dare, ma te la può anche "levare". Contestati poi i pedinamenti sotto casa e nei pressi della facoltà universitaria frequentata dalla giovane, dove la stessa sarebbe stata afferrata per i capelli e scaraventata a terra.

LA MISURA

Un caso che la procura di Cassino - nella persona del sostituto procuratore Alfredo Mattei - ha seguito con grande attenzione ascoltando amici e parenti della donna che avrebbero assistito ai maltrattamenti.
Proprio il pm Mattei nel 2016 chiese ed ottenne dal Gip Lo Mastro l'applicazione della misura cautelare del divieto di avvicinamento alla parte offese, posto a 300 metri e con il vincolo di non colloquiare con lei, in nessun modo, anche via social. Successivamente la misura gli è stata revocata, ma il magistrato al termine della indagini ha chiesto ed ottenuto il processo con il rito immediato. Il giudizio, conclusosi nelle scorse ore, è stato celebrato dinanzi al giudice Tania Tavolieri. Nel corso del processo, andato avanti, per quasi sei anni sono stati ascoltati diversi testimoni che l'accusa ha ritenuto di dover portare in aula per dimostrare le condotte contestate all'uomo, fino alla sentenza di condanna nella quale sono stati esclusi i benefici di legge. Il giudizio non è definitivo e la difesa dell'uomo, potrà appellarlo dopo il deposito delle motivazioni.

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