Il passo indietro di D'Alema: «Resterò fuori, ora avanti altra generazione»

Massimo D'Alema
Massimo D'Alema
Martedì 10 Dicembre 2013, 18:24 - Ultimo agg. 11 Dicembre, 14:32
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La battaglia politica si fa quando c' il congresso. Ognuno è libero di esprimere la sua opinione ma non io non parteciperò ad una dialettica legittima che ora ha altri protagonisti di un'altra generazione». Così Massimo D'Alema, parlando all'Ansa, spiega che, dopo la fine del congresso, non sarà il capo della minoranza del Pd. Intanto Gianni Cuperlo declina l'invito a fare il presidente del Pd.

D'Alema si tira fuori. «Io mi occupo di altre cose - sostiene D'Alema - e non voglio essere tirato in mezzo a una dialettica che ha altri protagonisti di un'altra generazione che, come è giusto che sia, sono chiamati a certe responsabilità». Il presidente della Fondazione Italianieuropei smentisce come «calunnie usate come strumento di lotta politica» che lui sia l'ombra di Gianni Cuperlo e che ieri gli abbia imposto il no all'ingresso in segreteria.

«Non do direttive a Cuperlo». «Non ho il compito di dare direttive a Cuperlo. Ho fatto una battaglia congressuale a suo sostegno perché lo ritenevo il migliore candidato possibile, prendo atto del risultato. Ma non ho intenzione di animare correnti», aggiunge l'ex premier che nega di aver inspirato la decisione di Cuperlo di non entrare nella segreteria di Renzi. «Sarebbe ridicolo da parte mia - spiega D'Alema - avere il compito di dare a Cuperlo direttive o imporre divieti. Su questa vicenda non ho espresso neppure pareri, Cuperlo è passato a trovarmi ieri sera dopo aver incontrato Renzi e non prima, come impropriamente scritto. Non entro in questo genere di questioni e non ho intenzione di animare correnti, partecipare a riunioni e prendere decisioni». D'Alema spiega che, dopo il congresso, si occuperà di altre cose, presiedo una fondazione culturale e lunedì partirò per Teheran per parlare degli impegni Ue e non degli assetti del Pd».

Cuperlo: non sono eterodiretto. «Sono sinceramente stanco di leggere che le mie decisioni, personali e politiche, ancora una volta sarebbero eterodirette. Ho difetti e limiti. Come tutti posso sbagliare. Ma vorrei che le mie scelte fossero giudicate per ciò che sono: delle mie scelte e non il portato di altro. Trovo deprimente il doverlo rivendicare. Se lo faccio è solo perché considero vecchia e insopportabile l'abitudine di raccontare il falso, soprattutto quando la verità delle cose è persino banale e basta chiederla», commenta Gianni Cuperlo.

«Non farò il presidente». Cuperlo avrebbe escluso per sé il ruolo di presidente del Pd, offertogli ieri da Renzi. Nella riunione della sua area, l'ex rivale del sindaco di Firenze ha spiegato di non essere alla ricerca di ruoli a titolo personale mentre ha lasciato al confronto interno la decisione se proporre al neosegretario un nome dell'area per l'incarico di garanzia.

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