Emergenza carceri, via libera al decreto: torneranno liberi fino a 7mila detenuti

Annamaria Cancellieri
Annamaria Cancellieri
di Sara Menafra
Mercoledì 18 Dicembre 2013, 08:57 - Ultimo agg. 19 Dicembre, 13:12
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ROMA Non stato facile per il ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri portare in consiglio dei ministri il tanto annunciato decreto sulle carceri, per alleggerire le sovraffollate celle italiane di 3mila unità che a lungo termine potrebbero diventare 7mila. Nel giro di due giorni i dodici articoli di quel testo sono entrati ed usciti dall’ordine del giorno di Palazzo Chigi.

LO SCONTRO

Fino all’ultimo il ministro dell’Interno Angelino Alfano si sarebbe messo di traverso, sollevando perplessità su interventi che, nel coinvolgere tossicodipendenti ed extracomunitari in carcere, avrebbero potuto creare problemi sul fronte sicurezza. Tensioni, fino all’ultimo, ci sono state anche sull’inserimento nel progetto dell’uso dei braccialetti elettronici per tutti i detenuti agli arresti domiciliari: nel corso degli anni la sperimentazione è già costata 81,3 milioni di euro e al momento solo alcune decine di esemplari sono state effettivamente attivate. Per di più, contro il primo appalto c’è stata una sentenza del Consiglio di stato contraria al ministero e dunque il rischio, anche d’immagine, che nuovi ricorsi creino ulteriori problemi.

Alla fine però il pacchetto passa. «Nessun indulto o indultino», assicura il ministro Cancellieri. «Nessun pericolo per i cittadini», rafforza Letta. Nel complesso degli interventi dovrebbero uscire circa 3mila detenuti. Di qui le immancabili polemiche.

LE REAZIONI

«Aumenteranno i reati», dice il leghista Roberto Maroni, governatore della Lombardia. «Solo inutili balbettii, una presa in giro natalizia», aggiunge il forzista Brunetta. Tra le misure qualificanti del testo, l'innalzamento dello "sconto" per la liberazione anticipata (misura temporanea che scadrà tra 2 anni), la stabilizzazione dei domiciliari per gli ultimi 18 mesi di pena, l'espulsione al posto degli ultimi due anni di carcere per gli immigrati, l'aumento dell'affidamento in prova ai servizi sociali, l'introduzione del reato di piccolo spaccio di droga con pene minori. C'è, appunto, anche il braccialetto elettronico, che viene incentivato, prevedendone comunque l'applicazione solo per i domiciliari, e non anche all'esterno, nei permessi o nell’affidamento in prova come in fase di elaborazione si era pure ipotizzato. Infine è istituiti il Garante nazionale dei detenuti, «un presidio di garanzia per raccogliere le istanze» dei carcerati, annuncia Cancellieri. Lo spettro delle misure è ampio. Solo sulla riforma della custodia cautelare «il governo ha valutato di non intervenire», preferendo rifarsi al testo già discusso e avviato a votazione alla Camera, ha spiegato Letta. L'obiettivo dell'intervento, quindi, è quello di ridurre in maniera selettiva e non indiscriminata, il numero delle persone ristrette in carcere. Non è un indulto, afferma Cancellieri, perché «non c'è nulla di automatico» e «tutto viene affidato al giudice il quale prevede, se lo ritiene, l'uscita agevolata». Un punto su cui insiste anche il Pd, che con Donatella Ferranti, presidente commissione Giustizia della Camera, giudica positivamente il pacchetto. Un giudizio con luci ed ombre arriva invece dall'Unione camere penali, perplessa sul piccolo spaccio e sul carattere temporaneo della liberazione anticipata. Ma i penalisti aspettano soprattutto le novità del pacchetto sul processo penale, in un primo tempo attese oggi e che invece hanno bisogno ancora di aggiustamenti e arriveranno solo col prossimo anno. E' stato invece varato un disegno di legge delega in materia civile che promette di sveltire i procedimenti-lumaca.

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