L'appuntamento con un amico, domenica mattina, era all'abbazia di Monteveglio, in provincia di Bologna, luogo simbolo della vittoria di Matilde di Canossa. Poco distante da casa. È uscita dicendo che sarebbe tornata dopo qualche ora, Chiara Gualzetti, 16 anni non ancora compiuti, e invece, a casa non è tornata mai più. Il cellulare staccato, i genitori che danno l'allarme e chiamano i carabinieri, le ricerche dei volontari di Monteveglio. Ieri pomeriggio uno di loro, l'ha trovata in un burrone. Sul corpo ferite di arma da taglio che lasciano pochi dubbi sul fatto che Chiara sia stata uccisa. E proprio quell'amico sarebbe il responsabile dell'omicidio. È questa l'ipotesi della procuratore dei minori Silvia Marzocchi e del pm Simone Purgato che, sulla base degli elementi riferiti ai carabinieri dai genitori, avevano subito aperto un fascicolo parallelo a quello della magistratura ordinaria. Il ragazzo, 16 anni, come Chiara, indagato, è stato sentito fino a sera, tra lacrime e ammissioni, con un interrogatorio fiume, che si sarebbe concluso con un fermo.
Chiara Gualzetti, il corpo trovato in un campo nel Bolognese
Chiara, il ritrovamento
Il corpo di Chiara era ai margini di un bosco, a meno di un chilometro da casa, nel parco dell'Abbazia di Monteveglio, zona di colline, a una ventina di chilometri da Bologna, vicino al confine con la provincia di Modena.
Le ferite
Sull'incontro di domenica mattina, sui profili social, Instagram e Facebook, dove Chiara ha l'aspetto di una bambina, e sugli ultimi contatti della ragazza, si sono subito concentrati gli accertamenti dei carabinieri della compagnia di Bologna Borgo Panigale e del nucleo investigativo del comando provinciale. I militari hanno convocato quattro ragazzi, ma l'attenzione si è subito concentrata su uno di loro. Quello dell'appuntamento di domenica. L'interrogatorio, dopo una serie di contraddizioni del ragazzino, è stato interrotto per consentire che fosse assistito da un avvocato. Il corpo presentava ferite da arma da taglio al collo e al torace, ma anche altre lesioni, come se qualcuno l'avesse picchiata. Ora bisognerà capire cosa sia successo. Il ragazzo avrebbe ammesso, tra le lacrime, e l'audizione si sarebbe conclusa con un provvedimento di fermo.
La famiglia
La famiglia vive in una casa nell'abitato di Monteveglio, ai piedi della collina del parco che termina in cima con l'Abbazia dell'XI secolo, edificio monastico fondato da Matilde di Canossa e un piccolo borgo medievale, costruito su uno sperone di roccia. Una zona isolata, ma non sperduta. Anzi, abbastanza frequentata, soprattutto nei weekend. Terra di ciliegie e di passeggiate, anche domenica, è stata frequentata da diverse persone in particolare nei sentieri del parco regionale.
Gli appelli
Le prime ricerche erano state inutili e ieri mattina il sindaco Daniele Ruscigno aveva lanciato un appello attraverso la sua pagina Facebook. «Le autorità che hanno in gestione il caso stanno attivando la seconda fase di ricerca, coinvolgendo tutte le risorse operative, attraverso un coordinamento permanente in loco», aveva scritto Ruscigno qualche ora prima che la drammatica notizia sconvolgesse il piccolo borgo. I concittadini avevano risposto in massa, il messaggio su Facebook del papà, con la grande foto di Chiara, era stato condiviso migliaia di volte da nord a sud del paese. E decine di volontari si erano divisi le zone dove cercarla e gli orari.
L'annuncio è arrivato ieri sempre sui social: «La ricerca di Chiara termina purtroppo in tragedia - ha scritto Ruscigno - è stato ritrovato senza vita il suo corpo durante le ricerche sul campo avviate nel pomeriggio da parte di tutte le autorità competenti, coaudiuvate da un numero gruppo di volontari cittadini che ringrazio. Una tragedia per tutta la famiglia e per l'intera comunità».