Potrebbe essere definito “l’effetto Giulia”, perché dopo la morte della studentessa veneta, uccisa l’11 novembre scorso dall’ex fidanzato Filippo Turetta, un primo esame dei dati racconta che le denunce sono aumentate e che una diversa sensibilità rispetto ai rischi della violenza di genere è stata risvegliata dalla drammatica e inattesa storia della ragazza qualunque, figlia, vicina di casa, amica.
Non è chiaro se il fenomeno sia stato indotto dall’eco mediatica o dall’immagine di Filippo e Giulia, i ragazzi della porta accanto, ma sono i numeri a parlare. Quelli della banca dati interforze del Viminale. L’elaborazione dei nuovi fascicoli non è ancora completa, il fenomeno potrà considerarsi consolidato solo a partire dal prossimo mese, ma il trend delle denunce, anche da parte di terzi, per situazioni a rischio dei cosiddetti reati spia della violenza di genere (soprattutto relativamente ai maltrattamenti in famiglia) è in aumento.
L’esperto
Lo conferma anche Stefano Delfini, direttore del Servizio analisi di polizia criminale del Dipartimento di pubblica sicurezza del Viminale. «I dati registrati dopo la drammatica morte di Giulia, non sono ancora tutti disponibili.
I dati
I dati del Servizio analisi erano stati forniti alla fine di novembre in occasione della giornata contro la violenza di genere. E raccontavano che, nei primi nove mesi del 2023, si registrava un decremento del 13% degli episodi di stalking: 12.491 denunciati a fronte dei 14.326 dell’analogo periodo nel 2022. Mentre i casi di maltrattamento nei confronti di familiari e conviventi erano scesi del 12%. E invece tra novembre e dicembre del 2023, il trend sembra essersi invertito: da un primo esame emerge che i fascicoli aperti per episodi di maltrattamenti sono aumentati del 10%. Passando dai 1.842 a 2.025.
Il territorio
Il numero delle chiamate infatti si è impennato in modo impressionante. Il picco si è registrato proprio l’11 novembre scorso, il giorno della scomparsa di Giulia. Ritrovata morta una settimana dopo. E la tendenza non si è esaurita nelle settimane successive. Basti pensare che in poco più di un mese sono arrivate oltre 14mila telefonate al 1522, il numero dell’emergenza per le vittime di violenza. Mentre in tutto il 2022 avevano superato appena le 32.000. In cima alla classifica per le violazioni alle prescrizioni del codice rosso, c’è la Sicilia. Dieci casi di codice rosso al giorno a Roma, stando agli ultimi dati forniti dal procuratore Francesco Lo Voi. Molte di loro sono minorenni: nel 2023 sono state 76 le giovanissime ascoltate in audizione protetta, con l’ausilio di psicologi ed esperti. In 3.392 casi, dopo la denuncia della vittima, è stato attivato il codice rosso con misure a protezione delle donne.