Uccisa a Napoli, il marito era ossessionato dalla camorra

Aveva reagito alla rapina della pistola, la guardia giurata temeva ritorsioni

Pasquale Pinto armato alla finestra a San Giovanni
Pasquale Pinto armato alla finestra a San Giovanni
Lunedì 18 Marzo 2024, 17:46
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Dopo la tentata rapina della pistola, di cui riteneva responsabile la camorra, temeva che la criminalità si potesse vendicare sui figli per aver reagito sventando l'aggressione. L'eccessiva libertà che a suo avviso la moglie concedeva ai loro ragazzi, esponendoli a una presunta ritorsione, sarebbe sfociata prima in lite e poi in omicidio.

Figura anche questo risvolto nelle indagini sull'omicidio di Ewa Kaminska, la donna polacca di 48 anni uccisa lo scorso 8 febbraio dal marito, l'ex guardia giurata 55enne Pasquale Pinto, poi trovato senza vita dalla Polizia nella loro abitazione.

L'uomo, dopo avere assassinato la consorte, esplose anche alcuni colpi di pistola dalla finestra - fortunatamente andati a vuoto - seminando il terrore nel quartiere di San Giovanni a Teduccio, nella periferia est di Napoli, rapidamente blindato dalle forze dell'ordine accorse anche con un mediatore e un elicottero.

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Quando la Polizia di Stato e gli inquirenti decisero di entrare in casa trovarono lei senza vita per i fendenti e i colpi di pistola inferti, e lui, riverso a terra, ma senza segni evidenti di violenza. Il ritrovamento di una bottiglina accanto al cadavere dell'uomo portò all'ipotesi che si fosse ucciso con un'overdose di medicinali sciolti nell'acqua.

L'esame autoptico ha invece rivelato che a causare la morte dell'uomo è stato un attacco cardiaco.

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