Luca Palamara, ex sostituto procuratore di Roma, ex presidente dell'Associazione nazionale magistrati ed ex componente del Csm, sarà processato a Perugia per corruzione per un atto d'ufficio in relazione ai suoi rapporti con l'imprenditore e lobbista Fabrizio Centofanti. La decisione di rinviarlo a giudizio da parte del gup, per tutti i capi d'imputazione contestati dalla Procura di Perugia, è arrivata oggi dopo circa tre ore di camera di consiglio.
Il processo si aprirà il 15 novembre prossimo. Il giudice ha anche rinviato a giudizio per concorso nello stesso reato, Adele Attisani, considerata dall'accusa «istigatrice» delle presunte condotte illecite di Palamara mentre Centofanti ha ottenuto di patteggiare un anno e mezzo di reclusione.
«La sentenza di oggi è la testimonianza della buona fede di Riccardo Fuzio, una persona rispettosa delle Istituzioni, che si è difeso nel processo e non dal processo ed è stato riconosciuto per quello che è», ha affermato il suo difensore, Grazia Volo. Riguardo a Palamara, per la Procura di Perugia, guidata da Raffaele Cantone che ha coordinato i sostituti Gemma Miliani e Mario Formisano, l'ex magistrato avrebbe ricevuto da Centofanti le utilità avendo consentito all'imprenditore «di partecipare ad incontri pubblici o riservati in cui presenziavano magistrati, consiglieri del Csm ed altri personaggi pubblici con ruoli istituzionali e nei quali si pianificavano nomine ed incarichi direttivi, permettendo a Centofanti di accrescere il suo ruolo e prestigio di lobbista».
I pm contestano in particolare il pagamento da parte dell'imprenditore romano di viaggi, cene, pranzi, soggiorni e lavori di ristrutturazione di un appartamento di Attisani. Palamara sarà processato a Perugia anche «per la disponibilità - si legge nel capo di imputazione - dimostrata a Centofanti di poter acquisire, anche tramite altri magistrati e appartenenti alle forze dell'ordine, a lui legati da rapporti professionali o di amicizia, informazioni anche riservate sui procedimenti in corso ed in particolare, su quelli pendenti presso la procura della Repubblica di Messina e di Roma che coinvolgevano Centofanti e gli avvocati Piero Amara e Giuseppe Calafiore» e per «la disponibilità di Luca Palamara di accogliere richieste di Centofanti finalizzate ad influenzare o determinare, anche per il tramite di rapporti con altri consiglieri del Csm o di altri colleghi, le nomine e gli incarichi da parte del Consiglio e le decisioni della sezione disciplinare». «Sono certo - ha commentato Palamara - che l'udienza pubblica servirà a far emergere la verità e la mia innocenza. Le prove documentali dei pagamenti fatti sono insuperabili».
«Non temiamo affatto l'approfondimento dibattimentale e siamo certi che in quella sede si potranno chiarire a 360 gradi tutti gli aspetti di questa vicenda», ha sottolineato l'avvocato Benedetto Buratti, uno dei difensori. «Siamo consapevoli che è solo un primo passo perché siamo in udienza preliminare ma è comunque un passo importante» ha sostenuto, invece, il procuratore Cantone. «Quella del giudice - ha aggiunto - è stata una decisione ponderata presa dopo avere fatto tutti i dovuti approfondimenti».