Un 9 in condotta che diventa 7, i tre 8 diventano 6. È questa la decisione del Consiglio di classe dell'Istituto Viola Marchesini di Rovigo, dove un gruppo di studenti sparò pallini di gomma contro una insegnante, dopo l'intervento del ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara. «Contenta che il ministro sia intervenuto. Era ora che si rimettesse mano al voto di condotta - ha detto la prof Maria Cristina Finatti -. E secondo me quegli studenti non hanno ancora capito. Anche gli altri docenti non mi hanno prestato alcuna solidarietà: vedete l'esito di quel consiglio di classe. Non ho avuto modo di riparlare con i ragazzi, la solidarietà l'ho avuta dai genitori di altre sezioni e che chiedevano serietà su questa vicenda. Per loro era un gioco: a loro serviva solo per avere più follower. Tra scuola e famiglia serve un'alleanza vera: la famiglia non può lasciare un figlio lì senza sapere cosa fa o non fa. E servirebbero classi meno numerose»
Le sospensioni
Le sospensioni per i tre alunni erano scattate dal 7 novembre scorso, cinque giorni per l'alunno che aveva sparato materialmente e per quello che aveva ripreso la scena dell'insegnante, colpita una volta alla testa e un'altra all'occhio. Due giorni invece per il proprietario della pistola, che l'avrebbe portata a scuola lasciandola usare e poi l'aveva nascosta. Gli scrutini in quella classe hanno stabilito, a distanza di otto mesi dai fatti, due promozioni, di cui una con il nove in condotta, e una bocciatura, per l'alunno che aveva portato a scuola la pistola.
La valutazione dei voti in condotta
Attualmente il voto in condotta viene attribuito collegialmente dal consiglio di classe considerando quindi il processo di maturità personale del singolo studente. Note, richiami e sospensioni concorrono ovviamente alla formulazione del voto in condotta. Un voto in condotta inferiore alla sufficienza, ovvero al 6, determina la non ammissione alla classe successiva o agli esami di Stato. Lo stesso 7 - che viene attribuito agli studenti che hanno dimostrato comportamenti poco corretti nei confronti dei professori, dei compagni e del personale della scuola, sono stati ripresi ed hanno ricevuto note disciplinari o sono stati spesso assenti - non comporta la bocciatura, come ha ribadito due anni fa una sentenza del Consiglio di Stato, ma le cose potrebbero cambiare. Il titolare del ministero di viale Trastevere ha affermato anche che già una decina di docenti che sono stati aggrediti da studenti o dalle loro famiglie ha deciso di farsi difendere dall'Avvocatura dello Stato. Ed ha aggiunto che bisognerà pensare ad un 'piano casà per gli insegnanti che vivono in zone dove il costo della vita è particolarmente alto, se assunti lontano dalla propria residenza, «ridare dignità ai docenti passa anche nel saper trovare la casa laddove il costo della vita è elevato: dobbiamo fare accordi con le Regioni per trovare appartamenti, gli stipendi dei docenti rischiano di essere inadeguati ad affrontare determinate realtà».