Ostetrica rifiuta di vaccinarsi: l'ospedale di Macerata la licenzia

Ostetrica rifiuta di vaccinarsi: l'ospedale di Macerata la licenzia
Giovedì 15 Novembre 2018, 12:24 - Ultimo agg. 19:26
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Licenziamento per giusta causa e senza preavviso per un' ostetrica dell'Ospedale di Macerata, che ha rifiutato di sottoporsi alle vaccinazioni obbligatorie per gli operatori sanitari che lavorano in reparti specifici, tra cui ostetricia e ginecologia. Una vicenda che va avanti da tempo, tra contatti e solleciti, formali e informali e l'apertura di un procedimento. Finché il direttore generale dell'Area Vasta 3 di Macerata Alessandro Maccioni ha firmato il provvedimento di risoluzione del contratto.

È il primo caso in Italia e con tutta probabilità approderà davanti al giudice del lavoro. «Dispiace che sia andata a finire così. Né io né i miei collaboratori siano contenti quando si firma un provvedimento del genere - dice Maccioni all'Ansa - ma la storia si prolungava da mesi, più volte ci sono stati incontri e colloqui». Le sollecitazioni inoltre erano arrivate anche da parte dei superiori dell' ostetrica, dalla responsabile delle professioni sanitarie, dal direttore sanitario.

La determina doveva essere firmata un mese fa, poi era stato deciso di aspettare altri 20 giorni. Che però non sono serviti a convincere l' ostetrica. L'obbligo è sancito da una serie di norme nazionali e regionali: il piano nazionale di prevenzione vaccinale 2017-2020, una delibera della Giunta regionale che lo ha recepito, una determina dell'Asur dell'ottobre 2017. In più ci sono le norme relative agli obblighi a cui sono sottoposti i lavoratori in determinati settori. Sempre nelle Marche, nell'agosto 2017 un' ostetrica non vaccinata del reparto di Ostetricia e Ginecologia dell'Ospedale di Senigallia si ammalò di morbillo, facendo scattare il piano di emergenza, con monitoraggio di tutti i contatti e dei bambini nati nel periodo a rischio di contagio.

Un caso che aveva fatto clamore e portato alla ribalta l'urgenza di vaccinarsi per gli operatori sanitari. Una necessità di cui è sempre stato convinto il presidente della Regione Marche e assessore regionale alla Sanità Luca Ceriscioli, che oggi parla di «un percorso fortemente voluto fin da inizio legislatura» di fronte ai dati preoccupanti della copertura vaccinale in calo. Tanto che la Regione Marche è stata tra le prime ad imporre l'obbligo di vaccinazione per l'accesso agli asili nido e ai servizi per l'infanzia e la prima in Italia a lanciare una campagna di vaccinazione per tutti gli operatori sanitari. Non c'è solo l'obbligo, ma un monitoraggio con l'uso di marker per individuare le immunizzazioni.

Ad oggi comunque non si sa come l' ostetrica abbia giustificato il suo diniego. «Forse con le solite argomentazioni no vax», dicono fonti ospedaliere.
Sulla vicenda non ha dubbi il virologo Roberto Burioni: «un sanitario che rifiuta le vaccinazioni non solo è un ignorante non scusabile, ma è qualcosa di vicinissimo a un criminale», scrive su Facebook, «un' ostetrica non vaccinata può contrarre morbillo, varicella, rosolia e trasmettere queste malattie alle future mamme e ai neonati con conseguenze devastanti. È come tollerare che a guidare un autobus sia un autista completamente ubriaco».
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