Nina Zilli è diventata mamma di Anna Blue il 2 giugno, proprio la data in cui sperava nascesse la sua prima figlia con il compagno Danti (Daniele Lazzarin): «Festa della Repubblica e giorno in cui venne dato il diritto di voto alle donne». Lei, che nel girl power ci crede da sempre grazie a una famiglia matriarcale, cresciuta dalla nonna operaia mentre la mamma lavorava. Il matrimonio non è il suo primo pensiero, anche se ne ha messo in scena uno nel video (col pancione) di Innamorata. In un'intervista al Corriere della Sera si è raccontata, a partire da uno svenimento.
Nina Zilli ha scoperto di essere incinta quando la gravidanza era iniziata da due mesi e mezzo: «Non mi sentivo benissimo e sono andata dal ginecologo per un controllo. “Vede quella cosa che si muove? È il cuore”.
Nina Zilli ripercorre anche la sua carriera da cantante, iniziata da bambina e già con le idee chiare. «A 5 anni puntavo il ditino verso la tv: sarò lì. Nel coro della chiesa ho visto la luce, come i Blues Brothers. Mi mettevano tra i soprani, perché ero una voce bianca. Il maestro continuava a sgridare la ragazza al mio fianco: “La smetti di cantare a squarciagola?” Lei: “Non sono io”. E indicava me». A 8 anni si è iscritta al conservatorio, e anche se la famiglia vedeva l'arte come qualcosa che non garantiva un futuro certo, lei ha perseverato: «Per farmi desistere dai sogni di gloria, mamma mi mandò a lezioni di pianoforte. Appena ho messo la mano sulla tastiera è stato peggio di prima. Mi sono iscritta al conservatorio a 8 anni perché prima non ti prendono. Poi il rock’n’roll si è impossessato di me».
Sugli anni dell'infanzia e dell'adolescenza, ricorda: «Ho portato i dreadlocks per 11 anni, mi arrivavano alle ginocchia, che pianti quando per toglierli ho dovuto rasare la testa a zero! Al naturale ho la fila in mezzo e i boccoli dei metallari, stile Jon Bon Jovi e Joey Tempest. Non ho avuto un cellulare non so nemmeno fino a che età. Imbarazzante... persino i miei ne possedevano uno. Mi vestivo con gli scafandri, non mettevo i tacchi, le discoteche non erano nei miei pensieri, mia madre era la donna meno preoccupata del mondo. Volevo solo andare ai concerti. In provincia di Piacenza c’era il Fillmore, la mia meta preferita». Poi il cambiamento dopo il secondo posto a Miss Liceo: «Ho capito che non ero più il brutto anatroccolo delle medie, grassa e con la ferraglia in bocca, quelli sono stati anni di crudeltà vera. A me, che ho guardato i bulli negli occhi ricoprirmi di fango, cosa me ne può fregare dei commenti su internet di persone che si nascondono dietro a un nickname».
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