Cambia la società e con essa cambiano anche le necessità e le priorità delle persone. In particolare, la nascita dei social sembra aver influenzato profondamente ogni parte della nostra vita, dal momento in cui ci svegliamo e controlliamo le notifiche accumulate durante il sonno, fino alla sera, nel letto, quando ci ritroviamo a scorrere la home di Instagram, Facebook, TikTok in cerca di intrattenimento e informazione.
In questo contesto, che molti criticano e giudicano distopico ma da cui è quasi impossibile sfuggire, si fanno largo nuove professioni che hanno come obiettivo principale quello di intercettare quelle nuove necessità o, nel caso in cui non esistano, di crearle.
Ne è un esempio una mamma di tre bambini proveniente del Minnesota, Steph Coffield, che si fa pagare fino a 500 euro per aiutare i neo genitori a scegliere, per i loro figli, dei nomi che siano adatti ai social.
Come riporta il DailyMail, i servizi forniti da Steph costano tra i 25 euro per 5 possibili nomi fino a 500 euro per un'«esperienza interattiva», vale a dire suggerimenti illimitati, tre video chiamate e un certificato personalizzato.
«La comunicazione e la tecnologia sono in crescita al momento e utilizzare nomi unici aiuta a rendere il proprio bambino un individuo a sé, a dargli una propria, unica identità - dice Steph -. La gente vuole che i figli abbiano quell'identità unica e vuole che abbiano un nome che possa funzionare, in futuro, su Instagram e TikTok».
Effettivamente, i nomi suggeriti da Steph sono alquanto unici e cerca sempre di allontanarsi il più possibile da ciò che è «normale o standard». Questo approccio, insieme a un occhio sulle tendenze del momento, le ha permesso di avere successo: «Ho cominciato a ricevere così tante richieste che ho dovuto iniziare a farmi pagare».
Inoltre, Steph è a favore di nomi che prescindano dal genere e in proposito ha anche pubblicato un libro intitolato “I nomi non hanno genere”. «I nomi da donna ancora non vengono utilizzati spesso per gli uomini», ha notato, aggiungendo che la maggiore attenzione posta sul sesso maschile ha fatto sì che la scelta del nome si facesse molto più limitata rispetto al bacino da cui possono attingere le ragazze.
Suggerire nomi non comuni le ha riservato diverse critiche: «La gente mi chiede: E quando crescono? e io penso, a quel punto... guarda Dolly Parton, il suo nome è Dolly eppure è iconica. Non mi importa se hai 4 anni o 95, penso che i nomi non solo non abbiano genere, ma non abbiano nemmeno età».