Tour Eiffel è in sciopero, porte chiuse e luci spente: struttura vecchia e manutenzione in ritardo

La minaccia dei sindacati: «Bloccare l’accesso anche durante le Olimpiadi»

Tour Eiffel è in sciopero, porte chiuse e luci spente: struttura vecchia e manutenzione in ritardo
Tour Eiffel è in sciopero, porte chiuse e luci spente: struttura vecchia e manutenzione in ritardo
di Francesca Pierantozzi
Martedì 20 Febbraio 2024, 00:02
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Chiuso per sciopero, dal piano terra dell’ingresso agli ascensori fino all’antenna, a 309 metri e 63 centimetri sul livello del mare: la Tour Eiffel ieri ha negato la salita mozzafiato e la vista su Parigi a migliaia di turisti rimasti col biglietto in mano davanti agli striscioni senza appello dei sindacati: «Tour en grève», torre in sciopero. La protesta è cominciata ieri e potrebbe continuare, perché la protesta fatta scattare dalle due maggiori confederazioni è infatti prorogabile. E stamattina un’assemblea dovrà decidere se la dama di ferro resterà ancora chiusa al pubblico, particolarmente numeroso in questi giorni di vacanze scolastiche in Francia. «Sappiamo di provocare disagi ai visitatori e ci dispiace, non lo facciamo a cuor leggero - assicura Stéphane Dieu, delegato della CGT - ma è per garantire a tutti una qualità di visita ottimale per il futuro». 

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LE RAGIONI

Le rivendicazioni sono talmente numerose, che già il 27 dicembre la Torre era rimasta chiusa per protesta, pur essendo la data particolarmente cara ai suoi bulloni: cento anni esatti dalla morte di Gustave Eiffel.

E i sindacati non escludono adesso di infrangere un altro temibile tabù, quello delle Olimpiadi. «Sono almeno 18 mesi che chiediamo informazioni e negoziati, ma le nostre richieste cadono sempre nel vuoto». Per i due sindacati “rien ne va plus”. Né sul fronte dei soldi, né su quello della manutenzione. La Torre invecchia: 135 anni portati bene a livello della struttura (non si è spostata nemmeno di un millimetro) ma con una manutenzione che lascia molto a desiderare. Nonostante lavori di tinteggiatura cominciati nel 2019 i cui costi sono esplosi «sono visibili molti punti di corrosione, sintomi di un degrado preoccupante». Per ora, soltanto il tre per cento della torre è stato bonificato dal piombo e i lavori di riverniciatura sono diventati drammaticamente urgenti. «Sono 14 anni che la Torre non è verniciata quando si dovrebbe intervenire almeno ogni sette anni - spiega Denis Vavassori, altro delegato della CGT - La struttura è in uno stato di degrado evidente. Sotto la Torre, ci sono chiazze di ruggine visibili a occhio nudo. Ci sono dipendenti che lavorano qui da oltre trent’anni e che assicurano di non aver mai osservato una roba simile». 

I CONTI NEL CAOS

Lo stato di salute della Tour non è l’unica cosa ad indignare i lavoratori addetti al monumento: anche lo stato delle finanze è messo seriamente in questione. Gestita da una società, la Sete, il cui capitale è detenuto al 99 per cento dal municipio di Parigi, la Torre affoga nei debiti. «Con il Covid abbiamo perso 130 milioni di entrate perché siamo rimasti chiusi quasi un anno, poi ci sono i lavori per il piombo, che sono lievitati a 120 milioni di euro. Morale della favola: ci ritroviamo con un indebitamento che non era assolutamente previsto e che arriva ai cento milioni», spiega Stéphane Dieu. È proprio la gestione finanziaria del municipio di Parigi nel mirino dei sindacati, in un momento cruciale di negoziati per il rinnovo del contratto di delega di servizio pubblico fino al 2030 che dovrà in particolare stabilire le nuove tariffe dei biglietti (sicuramente destinate ad aumentare anche del 20 per cento) il budget dei lavori e soprattutto la somma del «canone» percepito dalla città, passato dagli 8 milioni del 2018 ai 16 del 2022 e adesso «dovrebbe quadruplicare per arrivare a cinquanta milioni di euro». «Rinnovare un ascensore o un montacarichi è vitale per far vivere la Tour, far funzionare i ristoranti, portare il personale a tutti i piani - sostiene il sindacato Force Ouvrière - Ma qui tutto è messo da parte pur di trovare i cinquanta milioni per il Comune». 

LA MINACCIA

I sindacati minacciano di non riaprire la Torre fino a quando non avranno garanzie di «un modello economico sostenibile e realista» e denunciano costi di lavori sottovalutati dal Comune e entrate, al contrario, molto sopravvalutate. La Sete - 360 dipendenti - è stata ricapitalizzata per 60 milioni di euro. Nel 2023 i visitatori sono stati 6,3 milioni, in aumento rispetto al 2019 pre-Covid. Ieri mattina il più deluso di tutti sembrava Gabriel Mimica, argentino, 42 anni, venuto per la prima volta a Parigi con la famiglia, biglietti per la Torre prenotati da mesi. All’agenzia France Presse ha confidato tutta la sua delusione: «A saperlo prima, avremmo cambiato le date del viaggio». 

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