Scarcerato lo stupratore di Caivano, pm all'attacco: «È lui il capobranco»

Pronto l'appello: il 19enne ai domiciliari nonostante il parere negativo della Procura

Il parco Verde di Caivano
Il parco Verde di Caivano
di Leandro Del Gaudio
Venerdì 1 Dicembre 2023, 23:34 - Ultimo agg. 2 Dicembre, 17:35
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Non una figura secondaria, angolare, rispetto all’orrore di Caivano. Ma un «protagonista», uno di quelli che avrebbe svolto un ruolo decisivo nella trama di violenze che ha soffocato per mesi la vita di due bambine. E ci sarebbe anche un secondo argomento, a leggere le conclusioni della Procura: non è ben chiaro quale rapporto ci sarebbe tra la persona che si è resa disponibile ad ospitare il 19enne accusato degli stupri di Caivano.

Ruota attorno a questi due punti il parere negativo espresso dalla Procura di Napoli nord nei confronti della richiesta di assegnare i domiciliari per il maggiorenne ritenuto responsabile di aver ordito e consumato violenza sessuale nei confronti di due bambine. Vicenda drammatica, in gran parte figlia di un contesto degradato, su cui sono in corso le indagini dei carabinieri, sotto il coordinamento di ben tre uffici investigativi. Inchieste condotte dalla Procura per i minori, coordinata dalla procuratrice Maria De Luzenberger, dalla Procura di Napoli nord, sotto la guida della procuratrice Antonietta Troncone, ma anche dal pool reati contro le fasce deboli dell’aggiunto Raffaello Falcone, in relazione a un’ipotesi di cyberbullismo per la probabile diffusione di video delle violenze. Come è noto, due giorni fa il gip del Tribunale di Napoli nord ha accolto l’istanza dell’avvocato Giovanni Cantelli, revocando gli arresti in carcere per il 19enne indicato come responsabile di alcune violenze nei confronti di due bimbe di 10 e 12 anni. 

A disporre i domiciliari con applicazione del braccialetto elettronico è stato il gip di Aversa Fabrizio Forte, per il quale gli abusi ripetuti ai danni delle due bimbe «si sono innestati in un contesto territoriale di profonda incuria e abbandono e sono stati agevolati dal senso di appartenenza al gruppo criminale dei suoi membri, quasi tutti minorenni o poco più che maggiorenni (logica del branco)»; per questo motivo l’allontanamento del 19enne da Caivano, osserva il Gip, «appare elemento piuttosto rassicurante in ordine alla rescissione dei legami con il predetto contesto, inducendo a confidare in un’adeguata capacità autocontenitiva».

Ma non è tutto. A spingere il giudice a valutare l’opportunità di attenuare lo stato detentivo, un altro punto posto dalla difesa, a proposito delle sue condizioni di salute: «È in precarie condizioni di salute psico-fisiche - si legge - affetto da ritardo mentale di grado medio con difficoltà di apprendimento»; uno stato «che si sarebbe aggravato durante la detenzione» in cui ha inoltre sviluppato «uno stato depressivo».

Video

Per la Procura di Napoli Nord invece il 19enne sarebbe dovuto restare in carcere per via di «una personalità altamente violenta e trasgressiva», e per un suo «ruolo da protagonista nella vicenda delittuosa». Un caso che ha alimentato comunque la replica dell’avvocato Angelo Pisani, che assiste la famiglia delle due vittime della sequenza di violenze subite. Ora si attendono gli sviluppi di questa vicenda. Nessun accanimento nei confronti dei presunti esponenti del branco (due maggiorenni, almeno sei minori al momento dei fatti), ma non si esclude in linea teorica a fare appello avverso la posizione assunta dal giudice. Fatto sta che sull’emergenza minorile il dibattito è sempre aperto, al netto del pacchetto di norme (per babygang armate) chiamato decreto Caivano.

Passiamo da un caso all’altro. È di ieri la decisione del giudice del Tribunale di Napoli nord di scarcerare e concedere gli arresti domiciliari in favore di Lorenzo Ferraiuolo Barbuto (classe 2004) ritenuto responsabile di aver consumato violenze nei confronti di un proprio amico, sempre in una logica di branco. Un provvedimento che ha accolto l’istanza difensiva dell’avvocato Mario Angelino, anche alla luce della lettera di scuse e di pentimento firmata dal ragazzo: «Non dormo la notte - scrive - per quello che ti ho fatto». Intanto, sull’emergenza minorile è intervenuta ieri la procuratrice De Luzenberger e il presidente del Tribunale dei Minori di Salerno Piero Avallone: «Deriva social e indifferenza delle famiglie sono due questioni cruciali», dicono in un convegno promosso dal progetto “La mia banda è pop” (con la Federico II, ministero giustizia minorile, servizi sociali dei minori). 
 

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