Caivano, ecco il pacchetto per il recupero: scuola, sport, aiuti sociali

Nel Decreto Sud stanziati 30 milioni per interventi di riqualificazione dell’area

Caivano
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di Nando Santonastaso
Martedì 5 Settembre 2023, 23:58 - Ultimo agg. 7 Settembre, 07:22
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Il governo punta a un provvedimento specifico per Caivano. Non più una misura come quella contenuta nello schema di decreto Sud, circolata in queste ore, che prevede risorse per 30 milioni in favore del comune partenopeo per interventi di carattere infrastrutturale, di riqualificazione ambientale e di recupero sociale.

Palazzo Chigi lavora, secondo quanto filtra, «a un provvedimento più ampio» nel quale, evidentemente, troverebbero spazio tutti gli interventi già annunciati in occasione della visita della premier Meloni e altri che potrebbero essere stati messi a punto negli ultimi giorni. Si andrebbe, cioè, dal recupero del complesso Delphinia, per il quale il ministro dello sport Abodi ha già garantito risorse per una decina di milioni e annunciato la riapertura per la primavera del prossimo anno, al potenziamento degli organici dei docenti e del personale amministrativo delle scuole locali per garantire la loro apertura anche nelle ore pomeridiane; dalla lotta senza quartiere alla dispersione scolastica, con inasprimento delle sanzioni a carico dei genitori, a un pacchetto di iniziative di carattere culturale definito dal ministro Sangiuliano, che prevede 12 milioni di investimento in tre anni per dotare il Centro Delphinia di sala multimediale e biblioteca.

L’arco degli interventi, si fa capire, insisterà dal punto di vista delle coperture finanziarie sia sulle risorse del Pnrr, a partire da quelle già previste nell’ambito di Agenda Sud messa a punto dal ministro dell’Istruzione Valditara e destinata a duemila istituti scolastici del Mezzogiorno, sia sui fondi della Coesione il cui utilizzo per la programmazione 2021-27 è uno dei punti salienti del decreto Sud predisposto dal ministro Fitto e probabilmente pronto per essere discusso nel Consiglio dei ministri di domani, giovedì. 

Caivano, insomma, si conferma come uno dei punti centrali dell’attuale agenda di governo, come ribadito da Meloni e confermato da tutti i ministri impegnati a riportare il comune su livelli di normale praticabilità sociale e civile. È probabile dunque che il pacchetto di interventi assuma la forma di un decreto ad hoc al di là delle misure straordinarie di ordine pubblico di cui il blitz di ieri è stato solo il prologo.

Modalità operative, tempi di attuazione, disponibilità di risorse e obiettivi saranno più chiari solo nelle prossime ore anche se la cornice di riferimento, come detto, è piuttosto chiara.

 

La lotta alla dispersione scolastica, ad esempio. Il governo punta ad accrescere le sanzioni nei confronti dei genitori che non mandano i figli a scuola per l’intero ciclo. «Quelle attualmente esistenti non sono sufficienti», aveva detto a Caivano la premier Meloni. E lo stesso Valditara ha definito «ridicola» l’ammenda, attualmente prevista, di 30 euro. Arriverà dunque una stretta per frenare un fenomeno ormai quasi fuori controllo. Impietosi i dati con cui Tuttoscuola fotografa la situazione a Caivano: nei tre istituti scolastici di secondo grado la dispersione, dopo il picco record del 44% nel 2017-18, quest’anno raggiunge il 33,6%, quasi il doppio della media nazionale (18,6). Save the Children ricorda che qui solo il 17% degli alunni della scuola primaria ha accesso alla mensa scolastica e solo il 30% può frequentare il tempo pieno.

Valditara ha annunciato il progetto pilota che prevede 1 milione e 560 mila euro per avere una ventina di docenti in più in quattro scuole del primo ciclo, garantendo le risorse per iniziative extracurricolari nel pomeriggio che tengano gli istituti aperti tutto il giorno. Ci sarà poi una formazione specifica per i docenti, con azioni di sostegno sociale e psicologico ai ragazzi appartenenti ai contesti più fragili, anche per supplire alla mancanza degli assistenti sociali. Naturalmente l’ipotesi di sanzioni a carico dei genitori ha aperto la polemica politica.

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«Occorrerebbero più assistenti sociali oltre che riconoscere un valore ai genitori che fanno studiare i figli», sostiene Sandro Ruotolo, componente della segreteria del Pd. Ma a giudizio di Valditara combattere l’abbandono si può, anche nel Parco Verde, come dimostrano le basse percentuali di dispersione nell’istituto superiore Francesco Morano, diretto dalla preside Eugenia Carfora.

Il pacchetto Caivano, del resto, è il paradigma dello sforzo annunciato dal governo per sostenere non solo la legalità ma anche la crescita delle aree del Mezzogiorno rimaste indietro. È l’obiettivo di fondo del Decreto Sud nel quale, come anticipato ieri, viene codificata la nascita della Zes unica per il Mezzogiorno come opportunità strategica per le aziende che vogliono investire nell’area. Ma, se verrà confermato il testo circolato in queste ore, verranno messe in campo anche altre misure in grado di raggiungere l’obiettivo. A partire dal rafforzamento della capacità amministrativa di Regioni, Provine e Comuni, in relazione ai progetti del Pnrr. All’articolo 20 si legge infatti che «a decorrere dall’1 gennaio 2024 le amministrazioni delle otto regioni del Sud al fine di promuovere il rafforzamento della loro capacità amministrativa sono autorizzate ad assumere con contratto di lavoro a tempo indeterminato personale non dirigenziale, da inquadrare nell’area dei funzionari prevista dal Contratto collettivo nazionale di lavoro, nel limite massimo complessivo di 2200 unità, di cui 71 riservate al Dipartimento per le politiche di coesione della Presidenza del Consiglio dei ministri».

Il reclutamento dovrà avvenire nei limiti delle capacità di assunzione preventivabili al 2030 «sulla base della dotazione organica delle amministrazioni richiedenti». Si procederà per esami e, per i vincitori, con un corso di formazione sulle politiche di coesione della durata massima di tre mesi presso istituzioni universitarie, con una borsa di studio di mille euro mensili per i partecipanti. La speranza ovviamente è che non si ripetano gli errori e le incertezze che hanno depotenziato molto le altre analoghe iniziative concorsuali promosse dai governi precedenti che di fatto, nonostante procedure semplificate e tempi ridotti all’osso, non sono riuscite a garantire agli enti locali meridionali la presenza di personale giovane e preparato in numero sufficiente e tale comunque da rispondere alle sollecitazioni del Pnrr.

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