Cappa di polveri sottili, aria al veleno sulle città

ln tre centraline superati i limiti delle pm10 consentite per tutto l'anno

La cappa sull'area napoletana
La cappa sull'area napoletana
di Enrico Ferrigno
Domenica 2 Luglio 2023, 09:30
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Polveri sottili alle stelle, è ancora allarme rosso. Due centraline su tre presenti ad Acerra hanno già segnalato in appena sei mesi l'avvenuto superamento dei limiti consentiti in un anno delle cancerose pm 10 nei pressi di una scuola media e nella zona industriale. Le polveri sottili hanno sforato la soglia massima ben 42 volte vicino alla scuola media "Capasso", in periferia e per 35 giorni nella zona industriale dal primo gennaio. Il limite consentito è di 35 volte in un anno.

Una soglia oltre la quale dovrebbero scattare obbligatoriamente le misure restrittive per il traffico veicolare e comunque per le emissioni di gas di scarico nell'aria e questo al fine di tutelare la salute pubblica. Ed a rischio interdizione della circolazione stradale ci sono anche Volla, San Vitaliano, e gli Stir di Caivano e di Santa Maria Capua Vetere i cui valori sono prossimi al superamento degli sforamenti massimi fissati in un anno.

Risultato: decine di migliaia di abitanti respirano da gennaio sotto la coltre di una pericolosissima cappa di smog che mina  polmoni, cuore e sistema circolatorio mediamente una volta ogni quattro giorni.

Dati da emergenza nazionale con numeri più elevati  anche della città e delle zone considerate più inquinate: Torino, Milano e la pianura padana. Un emergenza di cui dovranno dopodomani occuparsi i ministri della Transizione ecologica e della Salute Fratin e Schillaci chiamati a rispondere in Parlamento da un'interrogazione dalla deputata del Movimento 5 Stelle, Carmela Auriemma.

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«In più occasioni il portale destinato alla comunicazione e alla consultazione dei dati rilevati non è stato aggiornato, così come in molteplici bollettini giornalieri è apparsa la dicitura non validabili rendendo scarna e inefficiente la funzione della rete di monitoraggio. E nonostante le carenze, negli ultimi anni c'è stato un incremento degli sforamenti rilevati dalle centraline ben oltre i limiti di legge. Una situazione che pone un oggettivo rischio per la salute della cittadinanza», denuncia la parlamentare Auriemma nel chiedere ai ministri di intervenire.

Per la deputata pentastellata la rete di monitoraggio gestita dall'Arpac sarebbe addirittura "insufficiente e carente" perché a suo dire non monitorerebbe il livello di inquinanti nell'aria come i metalli pesanti e non riuscirebbe ad individuare l'origine dell'inquinamento che producono le polveri sottili attraverso uno studio della sua composizione chimica. Ed è ai ministri della Salute e della Transizione ecologica che Auriemma chiede di «assumere con urgenza iniziative volte a monitorare in maniera efficace, anche con l'intervento del comando dei carabinieri per la tutela ambientale, dell'Ispra e dell'Istituto superiore della sanità, i rischi ambientali e sanitari legati al territorio della cosiddetta «Terra dei Fuochi» individuando le criticità su cui intervenire».
Sulla stessa lunghezza d'onda un gruppo di attivisti del Pd locale, Asprone, Bellisario, Brancaccio, Marangio, Soriano e Stanzione che chiedono al sindaco di Acerra, D'Errico di richiedere alla Regione e all'Arpac la caratterizzazione delle polveri sottili per individuare con certezza le fonti inquinanti. Per l'Arpac il massimo responsabile dell'inquinamento sarebbe il traffico veicolare, ma anche i riscaldamenti e i roghi di rifiuti.  Ma gli ambientalisti puntano il dito anche sulle emissioni rilasciate dalle industrie e dall'inceneritore di Acerra, il cui impatto però, secondo uno studio del CNR commissionato dall'A2A, sarebbe irrisorio.
 

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