Case tugurio per i migranti: affitti alti ma poca igiene

Controlli a tappeto nell'area vesuviana

Case tugurio per i migranti: affitti alti ma poca igiene
Case tugurio per i migranti: affitti alti ma poca igiene
di Francesco Gravetti
Mercoledì 22 Novembre 2023, 07:30 - Ultimo agg. 07:31
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Da un lato i controlli per il ripristino delle regole e della legalità. Dall'altro lato il dibattito pubblico, che si sviluppa soprattutto sui social network ma che sfocia anche nella polemica politica. La comunità del Bangladesh nell'area vesuviana e nolana continua ad essere numerosa, a distanza di oltre venti anni dai primi insediamenti. Il dato nuovo è lo spostamento da Palma Campania ai Comuni vicini dei cittadini bangladesi, con tutto quel che ne consegue in termini di gestione del fenomeno. Da tempo, infatti, gli stranieri provenienti dall'Asia stanno allestendo la loro dimora a San Gennaro Vesuviano, San Giuseppe Vesuviano, San Gennarello (frazione di Ottaviano) e, in parte, Saviano, Striano e Poggiomarino.

Dopo decenni in cui si parlava di "Bangla Campania" (così, ironicamente, veniva definita la cittadina vesuviana), ora è tutto il territorio circostante ad avere a che fare con il fenomeno migratorio. I cittadini del Bangladesh sono per lo più operai che lavorano nei cantieri o negli opifici, spesso a nero o comunque sotto pagati e sottoposti ad orari assurdi. Molti, poi, vivono in case che sono poco più che tuguri, uno addosso all'altro in condizioni igieniche decisamente proibitive. Ma ci sono anche commercianti, gestori di negozi e locali ad uso e consumo dei connazionali.

Ed è nei confronti di questi ultimi che il comando della polizia municipale del Comune di San Gennaro Vesuviano ha attivato una serie di controlli. In modo particolare l'operazione si è concentrata sulla verifica di conformità igienica e burocratica di locali frequentati e gestiti da stranieri, che presentavano alcune criticità: licenze non idonee, certificazioni scadute, lavoratori non in regola. Si tratta di un negozio di frutta e verdura, completamente privo di ogni permesso, e di una gastronomia da asporto. Dopo una prima ispezione, avvenuta da parte dei vigili, è stato necessario l'intervento dei tecnici e degli operatori dell' Asl Napoli 1, intervenuti a supporto del comando locale.

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Sono stati, così, sequestrati alcuni quintali di prodotti alimentari scaduti e in stato di decomposizione. Sono stati, inoltre, rilevati abusi edilizi. Per i due locali è scattato il sequestro e per uno di essi l'ordinanza di ripristino dello stato dei luoghi, con l'obiettivo di riportare gli immobili nelle loro condizioni originarie dal punto di vista urbanistico, rimuovendo gli abusi. I due titolari delle attività risultate non conformi alla normativa sanitaria e urbanistica vigente sono stati sanzionati con ammende amministrative dall'ammontare di migliaia di euro.
Altri sei esercizi commerciali, inoltre, sono stati ispezionati nelle scorse settimane.

L'operazione portata avanti a San Gennaro Vesuviano ha dato la stura al dibattito politico: Fratelli d'Italia ha rivendicato il ruolo di sprono nei confronti dell'esecutivo rispetto all'argomento, ma la maggiorana ha risposto piccata: «I controlli vanno a vanti da tempo, voi dov'eravate?».

Il blitz sangennarese fa il paio con quello effettuato a Palma Campania qualche giorno prima. In quella occasione, gli uomini della Polizia Municipale, guidati dal comandante Massimiliano Falcone, hanno portato a termine un'altra operazione, scovando in periferia una mansarda dove vivevano una decina di cittadini stranieri.
La mansarda non aveva nemmeno l'agibilità per ospitare persone: era, infatti, ufficialmente accatastata come un deposito. Sono state elevate delle sanzioni per proprietario e locatari. A Palma Campania, infatti, è attiva la DeSC (delegazione speciale comunale), che prevede controlli a tappeto su tutto il territorio. La questione del sovraffollamento, infatti, è un altro aspetto di rilievo del fenomeno migratorio che coinvolge i cittadini del Bangladesh: in questo caso a beneficiare di affitti spesso a nero sono proprio gli italiani, pronti a sfruttare catapecchie altrimenti inservibili facendole diventi alloggi per stranieri.
 

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