Ercolano chiama Dresda: «Le Vestali tornino a casa»

Le statue trovate nel Settecento ma da anni in Germania

Le vestali
Le vestali
di Francesca Mari
Domenica 3 Marzo 2024, 08:50 - Ultimo agg. 4 Marzo, 07:31
4 Minuti di Lettura

Una storia che è la Storia. Quella dell'antica Roma e della scoperta che, secondo il Winckelmann, avrebbe dato inizio alla riscoperta di Pompei ed Ercolano, sepolte dall'eruzione del Vesuvio del 79 d.C. La storia delle «Vestali», statue delle sacerdotesse romane consacrate alla dea Vesta, che furono trovate nel Settecento in un pozzo nel territorio vesuviano ma che da secoli sono esposte al Museo d'Arte Moderna di Dresda, in Germania. Non un ratto di opere d'arte, le statue furono acquistate regolarmente. Ma un "vuoto" che ora il sindaco di Ercolano e vicepresidente nazionale Anci, Ciro Buonajuto, vuole colmare riportando a casa le straordinarie sculture.

Nei giorni scorsi Buonajuto ha inviato una lettera ufficiale alla professoressa Marion Ackermann, direttore generale delle Collezioni Statali d'Arte di Dresda, per chiederne la restituzione. «Riportiamo ad Ercolano le tre straordinarie statue raffiguranti le Vestali - l'annuncio del primo cittadino in una nota- e che segnarono, di fatto, l'inizio della meravigliosa avventura della riscoperta delle antiche città sepolta dall'eruzione del Vesuvio, del 79 d.C.

e che oggi, invece, fanno bella mostra di se all'interno delle sale del museo di Dresda». Un'idea, confida Buonajuto, che aveva da tempo ma che nei giorni scorsi ha rafforzato a seguito di un incontro particolare. Nell'ambito degli scambi culturali tra studenti, quando ad Ercolano sono arrivati 120 ragazzi tedeschi, austriaci, ungheresi, il sindaco si è rivolto ad un gruppo di Dresda, accompagnato da docenti di Storia dell'Arte, raccontando la storia delle Vestali.

«Io vorrei che le statue - ha detto loro - tornassero ad Ercolano». E la platea ha applaudito, mostrando consenso e condivisione con la richiesta. «Così - ha aggiunto il sindaco- ho scritto alla Ackermann. La mia non è una provocazione, ma una richiesta accorata perché si tratta della nostra storia. Se prima magari non c'era attenzione, oggi il futuro di Ercolano punta sulla cultura, sull'arte e sulla bellezza. Le tre statue rappresentano uno dei primissimi ritrovamenti degli scavi di Ercolano, la nostra storia parte da loro. Sono intrise di significato storico e culturale, riportarle in esposizione nella nostra città avrebbe un'importanza straordinaria rinsaldando ancora di più il legame con il nostro passato, con la riscoperta dell'antica Herculaneum. Le Vestali appartengono al mondo intero, ma la loro casa è questa e devono tornare qui per essere ammirate da tutto il mondo. Spero che la mia richiesta sia presa in seria considerazione».

Video
Secondo gli studiosi, tra cui il Winckelmann, le Vestali avrebbero dato origine agli Scavi delle antiche città sepolte dal Vesuvio. In realtà sarebbero chiamate «Vestali di Portici» perché trovate in quel territorio, a strettissimo confine con Ercolano. Era il 1711 e il principe austriaco Emmanuele d'Elbeuf fece scavare un pozzo nell'ambito del comune di Portici (si tratterebbe del pozzo del teatro di Ercolano che, stante alle indicazioni del Winckelmann, all'epoca si trovava probabilmente nel territorio di Portici). In quel punto il principe, in modo casuale, fece una scoperta sensazionale e imprevista: recuperò tre statue di Vestali e individuò, con grande stupore, tutta una città romana da scavare e disseppellire: era l'antica Ercolano. Secondo il Winckelmann le Vestali furono peró reclamate dal Vicerè austriaco (all'epoca Napoli era un vicereame asburgico). Questi le regalò al principe Eugenio di Savoia, il quale le collocò, a sua volta, nel suo giardino a Vienna. Dopo la morte di Eugenio di Savoia le le statue furono vendute al re di Polonia che le collocò in un padiglione del giardino reale di Dresda, dove si trovano tuttora.

© RIPRODUZIONE RISERVATA