Lite condominiale a Ercolano, famiglia vive in un cantiere

Le infiltrazioni sono cominciate nel 2008 ma nessuno è intervenuto

Famiglia vive in un cantiere
Famiglia vive in un cantiere
di Francesca Mari
Lunedì 23 Gennaio 2023, 07:53 - Ultimo agg. 10:25
4 Minuti di Lettura

«Ho visto morire mio marito in un lettino della cucina perché le altre stanze sono inagibili. Non possiamo entrarci. Rischiamo che ci caschi il soffitto in testa. C'è muffa nera dappertutto e chissà che non sia stata la causa della malattia di mio marito. Ora io sono malata e forse farò la stessa fine». È la denuncia di Luisa Alberino, 77 anni, costretta a vivere in una casa di proprietà, «acquistata con tanti stenti e sacrifici», puntellata come fosse un cantiere.

Luisa è invalida al 100 per cento e l'anno scorso ha perso il marito per un tumore ai polmoni. Lei e suo figlio, Mariano Colucci, hanno dovuto accudire l'uomo in un lettino in cucina, l'unica stanza in cui si può vivere. Il resto dei vani dell'appartamento, al quarto piano di uno stabile in pieno centro, è totalmente inagibile. Il motivo? Un lungo contenzioso condominiale. Cinque anni fa furono montati dei ponteggi in camera da letto, soggiorno, cameretta e bagni perché dovevano essere effettuati lavori di ristrutturazione per la messa in sicurezza dell'appartamento.

Ma non si è fatto più nulla e la casa è rimasta così. È un cantiere. Ora la donna e il figlio, che si prende cura di lei, dormono in cucina e chiedono che si intervenga subito perché è impossibile vivere in simili condizioni.

A raccontare la storia è Mariano, il figlio di Luisa. «Tutto è iniziato nel 2008 quando il solaio della nostra casa è stato danneggiato dalle infiltrazioni dell'appartamento sovrastante e, soprattutto, dalla costruzione di una loggia abusiva sul terrazzo. Man mano la situazione è peggiorata: c'erano rigonfiamenti, crollo di intonaci, macchie di muffa, umidità e sempre più problemi strutturali e rischi di crollo. Presentammo una denuncia al Comune che ordinò lo smantellamento della loggia abusiva».

Il Comune ha emanato due ordinanze, nel 2012 e nel 2013, con cui ha imposto il ripristino dello stato dei luoghi così da eliminare il pericolo. A questo punto la famiglia Colucci si è rivolta a un tecnico per stabilire la spesa per la riparazione dei danni; inoltre ha fatto causa al condominio perché le infiltrazioni erano state causate dagli immobili sovrastanti. «Il tecnico del tribunale - prosegue Colucci - ha stimato che per i lavori sono necessari circa 36mila euro, senza questi soldi non si può fare nulla. Tra l'altro, cinque anni una ditta sistemò i ponteggi ma a causa della mancanza di denaro è rimasto tutti così. Viviamo da cinque anni in uno scavo, paghiamo le tasse come tutti e siamo trattati come bestie. Tra l'altro se accade qualcosa passiamo pure un guaio».

Video

La sentenza del Tribunale di Napoli per il risarcimento alla famiglia Colucci da parte del condominio è arrivata il 30 dicembre del 2021, ma la quota prevista - di cui la famiglia ha finora ricevuto poco più di mille euro - è di circa 12mila euro. «Il perdurare delle infiltrazioni - si legge nella sentenza - ha provocato un diffuso stato di ammaloramento delle armature metalliche del solaio, con conseguente espulsione del copriferro in uno al sovrastante strato di intonaco. La stessa fenomenologia ha interessato anche alcune porzioni di travi emergenti». «Non possiamo più vivere così - conclude Colucci -. Ci mettano a posto la casa o ce ne trovino un'altra». L'appello è all'amministratore del condominio e al Comune di Ercolano. «Prendo una pensione di 720 euro - conclude Luisa Alberino - e mio figlio non lavora da anni per prendersi cura del padre e di me. Non ce li abbiamo i soldi per affittare un'altra casa, tra l'altro abbiamo diritto al risarcimento. Chi di dovere faccia presto, questa non è vita per una cittadina civile e ammalata che paga le tasse».

© RIPRODUZIONE RISERVATA