Ferì una bambina a Sant’Anastasia, ora lancia sfide sui social: «Io sorriderò sempre»

Filmato pubblicato su Tik Tok dal carcere di Nisida

La sparatoria davanti al bar a Sant'Anastasia
La sparatoria davanti al bar a Sant'Anastasia
Leandro Del Gaudiodi Leandro Del Gaudio
Martedì 1 Agosto 2023, 23:40 - Ultimo agg. 2 Agosto, 17:11
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Dice che resta sempre con il sorriso, mostrandosi quasi entusiasta di mandare e ricevere messaggi di incoraggiamento ai propri parenti. E poco importa se è in galera in attesa di un probabile processo. Poco importa se appena due mesi fa, ha provocato il ferimento di una bambina di dieci anni, sparando colpi di mitra all’esterno di un bar dove si festeggiava il compleanno di un bambino, con decine di suoi amichetti. Protagonista dell’ennesimo caso social (ai limiti della decenza se non del Codice) è il 17enne napoletano ritenuto responsabile dell’agguato del 23 maggio scorso, sulla via principale di Sant’Anastasia

Un episodio che ha turbato l’opinione pubblica, per la giovane età di tutti i protagonisti di questa vicenda.

Ricordate? Siamo nel giorno in cui l’Italia si ferma per commemorare le vittime di Capaci (l’attentato in cui persero la vita nel 1992 Giovanni Falcone, la propria compagna e la sua scorta), quando alle porte di Napoli si registra un chiaro episodio di matrice camorrista. Sono due i giovanissimi che entrano in azione. Uno è maggiorenne da poco, l’altro è minorenne. Usano mitragliette di precisione, scatenano l’inferno. Si affacciano sul corso principale di Sant’Anastasia, con un solo mandato: quello di provocare, scatenare la rappresaglia armata, rimarcare con il fuoco e la paura il predominio in una zona particolarmente battuta nella cosiddetta movida vesuviana. Un canovaccio già noto, perchè simile a quanto sta accadendo in alcune zone del centro di Napoli (parliamo di Mergellina e dintorni), che si consuma in una manciata di secondi, almeno stando alle dichiarazioni di alcuni testimoni, ma anche all’analisi delle telecamere di videosorveglianza all’esterno di alcuni locali pubblici. 

 

I due elementi piombano in una serata di quiete, alzano i mitra e fanno fuoco. Almeno otto colpi, uno di questi ferisce una piccola di soli dieci anni, ma anche la madre e il padre: quest’ultimo riesce a fare addirittura da scudo al fratellino più piccolo della bambina, attualmente sotto choc per quanto vissuto in quei frangenti di violenza pura. Meno di due mesi dopo, il volto di uno dei due responsabili dell’agguato appare in un video che sta facendo il giro dei social. È la conversazione che il 17enne intrattiene con alcuni parenti, mentre è recluso nel carcere di Nisida, il mare fuori della generazione di sbandati, fragili o aspiranti boss. Probabile che ad estrapolare il video sia stato proprio uno dei parenti del malvivente in erba, per dare seguito a una evidente operazione mediatica. 

Quale? Leggiamo il testo che accompagna le immagini postate: «Sempre con il sorriso». Segue bacio sulle dita rivolto al proprio retroterra familiare da parte del detenuto. Un modo per rimarcare un concetto, sempre alla luce della mentalità che si respira tra i caseggiati di Piano Napoli, il rione popolare alle porte del capoluogo: «Resto con il sorriso», gli arresti non ci fermano, il mantra. 

Video

Dura la denuncia del parlamentare dei Verdi Francesco Emilio Borrelli, che chiede massima attenzione su simboli e messaggi mafiosi, specie da parte di chi ha usufruito del beneficio di una chat dal carcere con i propri parenti. E non è tutto. È sempre il parlamentare Borrelli a sottolineare il video successivo, quello di una donna vicina al presunto pistolero di Sant’Anastasia. È lei a latrare minacciosa: «Ti mangio il cuore, se tocchi i figli miei...», evidentemente in relazione ad alcuni commenti indignati a proposito delle immagini sorridenti del camorrista in erba postate su TikTok. Uno scenario sul quale sono al lavoro i militari dei carabinieri, sotto il coordinamento della Procura di Nola e della Dda di Napoli, mentre una segnalazione verrà fatta sui colloqui filmati a Nisida. Chiaro l’obiettivo da parte delle istituzioni: che è quello di impedire altri colpi di mano, tra minacce esplicite e messaggi social.

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