Giugliano nella trappola della «spesa storica»: a vuoto i piani del Pnrr

Troppo pochi i dipendenti per i bandi

Giugliano nella trappola della «spesa storica»: a vuoto i piani del Pnrr
di Adolfo Pappalardo
Venerdì 27 Gennaio 2023, 08:31 - Ultimo agg. 28 Gennaio, 09:56
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Dal nostro inviato a Giugliano 

«Una statua... una statua dovrei fare ai dipendenti di questo comune», esclama con malcelato orgoglio Nicola Pirozzi, primo cittadino di Giugliano, paesone di 120mila abitanti, che ne fa la terza cittadina della Campania, 44esima in Italia e grande in km quadri quanto Napoli. Tutti numeri da capoluogo, anzi quasi da provincia, ma senza essere né l'uno e né l'altro: condannato a essere comune semplice. Anzi, colpa della spesa storica, si ritrova con un numero dipendenti ridicolo rispetto alla sfide del Pnrr che ha davanti. Questione non di scenari ma di numeri crudi messi neri su bianco da uno studio commissionato dalla Fondazione per il Sud: l'indice negativo (-510) tra abitanti e dipendenti comunali è il più alto d'Italia. Naturale scatti l'allarme perché ci sono da portare avanti i progetti del Pnrr in un territorio fragile e sconfinato, fatto di campagne e chilometri di costa che arrivano sino a Lago Patria. Territorio martoriato che dovrebbe vedere panorami di frutteti come se fossimo in Trentino (un tempo era così) e invece basta spostarsi un po' in periferia per vedere cumuli di rifiuti che si bruciano senza ritegno per alcuno mentre camioncini e auto traboccanti di copertoni e ferro da smaltire viaggiano su strade disastrate da un campo rom all'altro. Ed ecco il fermo immagine della Terra dei fuochi di cui Giugliano, purtroppo, suo malgrado fa parte.

Il Municipio è un palazzone grigiastro costruito nel post terremoto nel mezzo del centro storico. E qui, al secondo ed al terzo piano, dirigenti ed impiegati si affannano a rincorrere le istruttorie per i progetti del Pnrr. Che sono a rischio, vista la forza lavoro a disposizione. «Lavoriamo sino alle 7 di sera e anche il sabato per cercare di stare al passo», spiega trafelato Gennaro Di Mauro, dirigente che si occupa proprio dei progetti del Pnrr. E aggiunge: «Per questo chiedevamo 10 dipendenti ma ne sono arrivati 5 ed uno è andato via perché ha vinto un altro concorso. A tempo indeterminato e quindi non ci ha pensato due volte. Pochi, troppo pochi per il lavoro che abbiamo».

«O ci assicurano un intervento o è la fine: non abbiamo gli strumenti di attuazione per questi progetti», lamenta Andrea Euterpio, che da dirigente dell'area Finanza deve fare i conti con quante persone può assumere senza incappare nei vincoli imposti dalla Finanza pubblica.

In mezzo ci sono non tanto i bilanci ma la spesa storica che dal 2011 ha fotografato lo status quo dei comuni e vincola le amministrazioni a non aumentare la pianta organica. E chi prima di quella data ha assunto può continuare a farlo, chi invece non l'ha fatto non lo può fare nemmeno ora anche se i soldi ci sono e le esigenze lo vorrebbero. Per la serie chi ha avuto, ha avuto, e chi ha dato, ha dato...



Basta guardare la pianta organica. Giugliano con i suoi 120 mila e passa abitanti ha 191 dipendenti rispetto agli 800 che dovrebbe avere, mentre la vicina Pozzuoli con 75mila abitanti di dipendenti ne ha ben 680. «Non è un problema di soldi ma di vincoli: abbiamo trovato un disavanzo tecnico di 70 milioni e l'abbiamo ridotto alla metà. I soldi ci sono ma abbiamo le mani legate per le assunzioni. E pensi che abbiamo preso 40 persone negli ultimi due anni tra turn over, usando la mobilità e scorrendo le graduatorie degli idonei dei concorsi espletati dagli altri comuni», snocciola il sindaco cresciuto nel Pci ed eletto nell'ottobre 2020 con uno schieramento Pd-M5s.

«E andiamo ogni giorno in guerra senza avere fucili che sparano», aggiunge mentre fa il conto dei progetti messi in campo con il Pnrr e altri fondi europei che devono partire, essere istruiti e poi rendicontati nei tempi previsti. Parliamo di circa 85 milioni di euro di cantieri che servirebbero a qualificare questo territorio. «Per andare avanti ogni dipendente deve lavorare per quattro altrimenti è la fine. Il mio è un grido di dolore, una richiesta di aiuto....», quasi implora nel suo ufficio in cui sovrasta una riproduzione del Quarto Stato di Giuseppe Pellizza da Volpedo. «Altro che dipendenti fannulloni... io li dovrei ringraziare ogni giorno, uno per uno, per il grande lavoro che sono costretti a fare», aggiunge.

Anzitutto ci sono i 7 milioni per riqualificare tutta la costa e altri 6 per rimettere in piedi il mercato ortofrutticolo e riscoprire la vocazione agricola. E ancora 3 milioni per il nuovo impianto sportivo. «Per accelerare, avere sulla stessa barca persone di grande esperienza amministrativa l'altro giorno abbiamo insediato - continua il sindaco - nella nuova giunta due tecnici come assessori: Aniello Moccia, già dirigente in Regione Campania e con una esperienza a capo degli uffici tecnici di diversi comuni con la delega proprio al Pnrr e Roberto Gerundo assessore per due mandati al comune di Pozzuoli all'Urbanistica. Perché qui c'è da ripensare e riprogettare tutto: a cominciare dagli asili nido. Sa quanti ne abbiamo?». Dica. «Nemmeno uno, le sembra normale?».

No, non è normale ma il capoluogo non capoluogo deve arrangiarsi e non perdere il treno dell'Europa. «Non dico gli 800 da pianta organica ma almeno la metà e le farei vedere cosa faremmo per questa cittadina», è la sfida di Pirozzi. Per questo ci si arrangia chiedendo aiuto altrove: «Per i due nuovi parchi, uno a Casacelle e l'altro a Licola mare, abbiamo chiesto ad Invitalia di curare la progettazione. E dovremmo farcela. Ma servono altre risorse, umane s'intende, per un progetto ambizioso: portare avanti il progetto da 6 milioni per fare un centro remiero e una pista ciclabile a Lago Patria», conclude il sindaco. Che spera nei concorsi: «Forse una decina di persone riusciamo a prenderle. Speriamo».

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