Frederick ucciso di botte senza motivo a Pomigliano, è caccia alla gang di ragazzi

Il sindaco: il Comune pagherà il funerale

Frederick Akwasi Adofo
Frederick Akwasi Adofo
di Pino Neri
Mercoledì 21 Giugno 2023, 08:06 - Ultimo agg. 22 Giugno, 07:34
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Frederick Akwasi Adofo lasciò a 32 anni il Ghana e riuscì ad arrivare in Italia miracolosamente illeso, dopo aver attraversato il deserto, essere stato rinchiuso in un lager libico e aver solcato il Mediterraneo a bordo di uno di quei famigerati barconi dei trafficanti di esseri umani. In quel tempo, era il 2012, Frederick scampò alla morte di un soffio combattendo contro ogni sorta d'avversità. Ma a undici anni da quel viaggio negli inferi, il povero immigrato africano nulla ha potuto davanti all'aggressione di un branco di giovani violentissimi della zona di Pomigliano d'Arco. Giovani che nella notte tra domenica e lunedì, hanno pestato a sangue Frederick fino ad ammazzarlo spappolandogli l'addome con calci e pugni.

Una violenza immane scaturita da un odio cieco per quell'immigrato di colore "colpevole" di essere un senza fissa dimora che dormiva per strada, che sopravviveva chiedendo l'elemosina e che ogni tanto alzava il gomito. È il raggelante movente dell'omicidio del clochard che sta emergendo dalle indagini condotte dai carabinieri e dalle tantissime testimonianze degli abitanti della zona.

Gli assassini, che sarebbero due o tre, secondo qualcuno minorenni, sono al momento nell'ombra. I carabinieri stanno visionando una serie di filmati registrati dalle telecamere della videosorveglianza, per far loro un volto e un nome.

Scene raccapriccianti. Il clochard, 43 anni e un fisico provato dall'alcol e dalle intemperie, dopo aver subito una serie incessante di calci e pugni è rimasto in agonia per circa dieci ore. L'aggressione si è consumata dopo le 2 in via Principe di Piemonte, zona di semiperiferia vicina al grande rione della ricostruzione post terremoto, la 219. Dopo che il branco si è dileguato Frederick ha strisciato sul marciapiede per diversi metri fino a un portone che dà su un vecchio cortile. Lì si è nascosto dietro un'auto parcheggiata. Poi, alle otto del mattino, il proprietario della vettura lo ha visto e ha dato l'allarme. Sul posto ambulanza e carabinieri. In quel momento Frederick era ancora vivo. È spirato nel pronto soccorso dell'ospedale di Nola durante la giornata di lunedi.

Ora la comunità s'interroga. «Volevamo bene a Frederick racconta un avventore del supermercato di via Principe di Piemonte - era gentile, ci imbustava la spesa che poi riponeva nei carrelli. Portava le buste fino alle auto parcheggiate dai clienti, in cambio di qualche moneta. Ogni giorno così: mai nessun problema con lui». A un certo punto però i problemi sono iniziati. «Alcuni giovani lo avevano preso di mira già diversi mesi fa», aggiunge una signora anziana. Ieri è giunta la conferma che Frederick stesse subendo da mesi ripetuti atti di teppismo. «Qualche mese fa ricorda un altro avventore del market un tizio gli diede un colpo di mazza in testa fino a farlo sanguinare». Violenze ininterrotte.

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«Gli lanciavano le pietre mentre dormiva là rammenta un residente indicando il palazzo davanti al quale Frederick si stendeva su un materassino circondato dalle sue buste di vestiti a volte lo facevamo entrare nei nostri appartamenti per proteggerlo, per pulirlo. Gli portavamo da mangiare». Qualcosa però non ha funzionato nel welfare spontaneo della popolazione. Ha tentato di fare qualcosa l'associazione Città Aperta, dove Frederick ha frequentato i corsi d'italiano conseguendo la licenza media inferiore. Nel 2012 era stato ospitato in un hotel, con altri cinquanta migranti, in attesa di asilo politico. Resta il fatto che l'immigrato è morto assassinato nella sua disperata condizione. Ieri il sindaco di Pomigliano, Raffaele Russo, ha dichiarato che «la laboriosa, generosa e accogliente comunità pomiglianese è affranta» annunciando che «il Comune pagherà le spese del funerale».

Ma c'è polemica. Nel pomeriggio c'è stato un presidio spontaneo davanti alla panchina di Frederick. «È un territorio funestato da un'escalation di violenza di tutti i tipi e da una pesante crisi morale», le parole di Vito Fender Fiacco, del partito locale Rinascita, che ha chiesto al prefetto la convocazione del comitato per l'ordine e la sicurezza.

«C'è troppa violenza e insicurezza a Pomigliano. Chiederò di nuovo un intervento urgente di prefetto e questore», il messaggio della vicepresidente del consiglio regionale, Valeria Ciarambino. Durissima la reazione del deputato dei Verdi Francesco Emilio Borrelli. «Questo fatto tremendo scrive Borrelli è stato tenuto nascosto per quasi tutta la giornata di lunedì mentre c'è chi nega l'esistenza della camorra a Pomigliano e l'amministrazione comunale smantella i mezzi in dotazione alla polizia locale». Domani sera fiaccolata per le strade della città.

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