Raid di camorra a Torre Annunziata, ucciso un pregiudicato 24enne

L’esecuzione dopo un inseguimento vicino al tribunale, esplosi più colpi

Raid di camorra a Torre Annunziata
Raid di camorra a Torre Annunziata
di Dario Sautto
Giovedì 8 Febbraio 2024, 02:07 - Ultimo agg. 13:50
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Aveva capito di avere alle costole almeno un killer e ha iniziato a correre, ma non gli è bastato per sfuggire alla furia del sicario che gli hanno scaricato addosso oltre dieci colpi di arma da fuoco. Una scia di sangue quella che hanno trovato e seguito i carabinieri del Nucleo operativo di Torre Annunziata: l’asfalto colorato di rosso ha portato gli investigatori al cadavere di Alfonso Fontana, pregiudicato di 24 anni nativo di Castellammare di Stabia freddato e trucidato senza pietà. Un agguato di camorra in piena regola consumatosi nella tarda serata di ieri a Torre Annunziata, al Corso Umberto Primo, non lontano dal Tribunale.

Fontana - secondo le prime ricostruzioni dei Carabinieri - era affiliato al clan dei Fasano attivo a Castellammare. Un agguato mortale avvenuto dunque in un territorio dove a dominare sono altre famiglie mafiose. La certezza è che si tratta di un omicidio di camorra, un regolamento di conti o chissà una punizione per Fontana che si trovava al di fuori del suo territorio. I Carabinieri indagano a tutto campo nella consapevolezza che la strada era semideserta e al momento non ci sono testimonianze sull’agguato. Un omicidio di camorra che si consuma nel giorno in cui è stata scoperta una scuola mai entrata in funzione dove la camorra aveva allestito il suo poligono di tiro. Tra i banchi i clan provavano le armi da utilizzare negli agguati e per nascondere munizioni e droga. Siamo sempre a Torre Annunziata, al rione Penniniello, isolato 4. Uno dei quartieri in cui la presenza dei clan è opprimente, dove lo spaccio di droga rappresenta il pane quotidiano di diverse famiglie. È il quartiere in cui è stata trovata la casa (di un vero boss) per girare le scene della serie tv Gomorra e ambientare la residenza del capoclan della fiction Pietro Savastano. Ieri, nel corso di alcuni controlli in quel rione di palazzoni popolari dove ha la sua roccaforte il clan denominato «quarto sistema», i carabinieri hanno effettuato l’accesso in quella che doveva essere la Scuola Parco Penniniello.

Nei sotterranei è stato trovato il poligono di tiro, con decine di fori lungo le pareti. Li sono state trovate munizioni e anche 200 grammi di marijuana, 4 bilancini di precisione e materiale per il confezionamento delle dosi. Nel corso dei controlli, un 17enne è stato denunciato a piede libero per ricettazione. Lo scorso settembre, dopo i fatti di Caivano, Fernando Mone, uno dei commissari prefettizi che amministrano da quasi due anni il Comune di Torre Annunziata insieme al prefetto Enrico Caterino e Marco Serra, dopo che l'amministrazione comunale è stata sciolta per presunte infiltrazioni della camorra, al Mattino definì il Penniniello «un “piccolo” Parco Verde, con emergenze sociali importanti sulle quali incidere».

Se negli anni '80 «Fortapàsc» era solo nel Quadrilatero delle Carceri, dove il clan Gionta aveva occupato Palazzo Fienga, oggi anche tra quei palazzoni la camorra ha preso piede. Circa 370 alloggi popolari, un migliaio di residenti, tra porticati e stradine semiprivate cinque anni fa un nuovo gruppo criminale ha operato una vera e propria scissione dal clan Gallo-Cavalieri e si è autoproclamato «quarto sistema», con l'intento di fare la «guerra» ai Gionta.

E la faida con i Gionta ha già vissuto momenti critici: il tentato omicidio di Giuseppe Carpentieri, genero del capoclan Valentino Gionta, ferito mentre era al balcone di casa a maggio 2020, e ancora gli agguati mortali ai cognati Francesco Immobile (settembre 2021) e Raffaele Malvone (marzo 2023). I «gialli» Gionta contro i «verdi» del quarto sistema, che hanno ricoperto di scritte di quel colore tutto il rione Penniniello, a mo' di sfida. Durante alcuni controlli, qualche anno fa un poliziotto fu costretto a sparare un colpo di pistola in aria per placare la folla che aveva accerchiato la volante per impedire l'arresto di un minorenne, rampollo di camorra. Altri ragazzini decisero di imbrattare con una scritta offensiva contro le forze dell'ordine la stele in ricordo di Giovanni Falcone.

Altri minori a rischio, quelli della casa famiglia Mamma Matilde, la ripulirono. Tra una scena di Gomorra e un episodio di camorra, il blitz dei carabinieri ha dimostrato come i clan erano riusciti ad appropriarsi di un bene dello Stato. Un po' come scoperto tre anni fa nella vicina Castellammare di Stabia, dove la scuola «Salvati» chiusa per la «spending review» nel quartiere Scanzano, altra roccaforte di camorra, aveva permesso al clan D'Alessandro di prendere possesso dell'edificio per organizzare summit e allevare cani.


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